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A un passo dai gozzi e dalla spiaggia di pietre
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 Qual è il posto più famoso e più bello di Genova? Quello più rinomato, dove porteresti un amico per la prima volta a Genova per fargli capire il fascino della città, il suo rapporto magico tra la città e il suo mare? Ma sicuramente, e quasi per tutti, Boccadasse, il borgo incantato, la spiaggia di sassi e gozzi di legno, quella chiesa a picco, quel contorno di creuze e l’imbocco della grande Promenade, un po’ disadorna, ma il vero Lungomare genovese, Corso Italia.



Ebbene da quasi un anno proprio lì, in questo angolo di paradiso, c’è uno scandalo se non a cielo aperto quasi. La Baia degli Angeli, scenograficamente il più bello stabilimento balneare della città, in quell’angolo di fianco a Boccadasse, con la prospettiva del golfo spalancato davanti, con lo spettacolo delle navi in entrata e in uscita è chiusa, inaccessibile, sbarrata e dopo vicissitudini fallimentari tra i gestori concessionari e il Comune , proprietario di quel patrimonio, ridotta al suo interno a una discarica. L’ultimo gestore, prima di abbandonare, ha demolito gli interni, ammucchiando le macerie come se si trovasse nella zona più abbandonata e periferica  della città e non in Paradiso.


A due passi da dove passeggiava sui tetti la gatta di Gino Paoli, che ha cantato Boccadasse con la sua musica e  dove componeva le sue immortali canzoni in una mansarda del vecchio bordo.


Altro che “Gatta sul tetto che scotta!" Macerie dentro e fuori cabine svuotate e inutili, il deserto per tutta l’estate e prima la primavera e l’inverno e domani chissà. Nel punto cruciale della nostra esposizione alla bellezza un bel buco nero.


La nuova amministrazione e il responsabile della “valorizzazione” del Patrimonio, Mario Baroni, consigliere comunale delegato, scelto dal sindaco Bucci, tra i tanti regali del passato si è trovato questo scandalo, apparentemente irrisolvibile.


 Non è il solo che va sotto la voce “Patrimonio”, che si traduce poi, appunto, in “conservazione e valorizzazione”. Il Comune, sempre in crisi con le sue Finanze, ha un patrimonio immobiliare consistente, ma deve conservarlo decentemente e magari cercare di farlo fruttare, come un buon padrone di casa. 


Boccadasse e la Baia degli Angeli sono solo l’esempio più spettacolare dell’abbandono e della mala gestione, magari spiegata con la carenza di fondi, ma addebitabile anche a una imbarazzante incapacità. In che condizioni è stato lasciato il Mercato del pesce,  per il quale Il Comune riceveva un bel canone annuale, al quale i Nas hanno imposto lo sfratto per motivi di igiene e di instabilità? Come stanno la casa del Soldato di Sturla e la scuola di via Bernabò Brea, la forse risorgente Marinella di Nervi, l’ex Facoltà di Economa di via Bertani, appena venduta a un fondo, ma ridotta a un rudere, la caserma Gavoglio dei recenti accordi con il Ministero della Difesa?

Sono solo esempi di  casi estremi nei quali il Comune, invece di valorizzare ha svalorizzato, deprezzato.

 Ma Boccadasse, accanto al “deruo “ del vicino Lido, miracolosamente salvato dai nuovi proprietari, che lo stanno risollevando, è un pezzo ultrapregiato della cartolina di Genova, che non può sopportare sfregi.