A Genova ci sono dodici stabilimenti pericolosi, a rischio di incidente rilevante, i cosiddetti "rir": molti si trovano in porto e altri fuori dal perimetro dello scalo, in alcuni casi vicini alle case e in altri anche ad infrastrutture importanti come autostrade e ferrovie. Sono Porto Petroli (area portuale) Atillio Carmagni e Superba a due passi dalle abitazioni a Multedo, Eni spa, Petrolig, Silomar, Aoc e Getoil a Sampierdarena in porto a qualche decina di metri dalle abitazioni, e poi Eni Pegli accanto al casello autostradale del ponente, Iplom di Busalla e Iplom di Fegino,e la Sigemi di San Quirico, anch'esse molto vicine alle case, pochi metri.
L'art. 21 del D.Lgs. 105/2015 stabilisce che al Prefetto compete la redazione ed approvazione dei piani di emergenza esterna degli impianti a rischio di incidente rilevante, d'intesa con la regione e gli enti locali interessati, sentito il Comitato Tecnico Regionale e previa consultazione della popolazione. Il Decreto Ministeriale del 2016 n. 200 stabilisce che, ai fini della consultazione, il Prefetto rende disponibili alcune categorie di informazioni in suo possesso, che devono risultare accessibili alla popolazione per un periodo non inferiore a 30 giorni e non superiore a 60 giorni prima dell'inizio della consultazione: e queste sul sito sono visibili.
Sul sito della prefettura di Genova scopriamo però che su questi dodici siti a rischio di incidente rilevante nella città, solo per cinque è stato redatto il piano aggiornato di emergenza esterna, che significa educare la popolazione ai comportamenti da adottare in caso di incidente,vista la estrema vicinanza di queste attività alle case: sono Esso a calata Canzio, Silomar a ponte Etiopia, Getoil a calata Giaccone, Eni a ponte Paleocapa e calata Oli, e Iplom di via Borzoli. Per il resto, compreso Porto Petroli o Carmagnani e superba vicinissime alle case, ancora nulla.
Sappiamo inoltre che i tubi della Iplom che si trovano fuori dallo stabilimento e da Porto Petroli ma sotto i piedi dei residenti di Fegino e non solo, non sono assogettati alla legge Seveso che copre, appunto, le aree a rischio di incidente rilevante. Eppure si è visto con l'esplosione del 17 aprile 2016 deltubo Iplom, che i rischi ci sono anche per i tubi. E che la popolazione comunque non è mai stata educata su come comportarsi in caso di incidente.
Sul sito della prefettura si spiega che i piani di emergenza esterna degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante sono in corso di revisione ai sensi del D.Lgs. 105/2015. Ma a quattro anni dal provvedimento, poco si è mosso per zone altamente a rischio.
Di questi temi parleremo al convegno Porti e città di lunedi 15 aprile a Terrazza Colombo a partire dalle 18 fino alle 23,con relazioni di comitati, imprenditori e istituzioni e poi confronto.
porti e logistica
Dati choc: a Genova 12 aree a rischio di incidente rilevante, ma solo per 5 ci sono i piani aggiornati di emergenza esterna
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