cronaca

Il vizietto del volo del Presidente del Consiglio
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C'era un tempo in cui si spostava in bicicletta, simbolo di una generazione nuova e dinamica. Era il tempo in cui Matteo Renzi faceva il sindaco di Firenze e si faceva chiamare "il rottamatore". Quella bicicletta era diventata il simbolo di una nuova classe dirigente che rifuggiva i fasti della vecchia politica, l'antitesi più evidente delle auto blu e dei codazzi di portaborse che a torto o a ragione vengono associati alla casta romana.

Sotto i ponti sull'Arno è passata parecchia acqua, e ora che l'ex boyscout è diventato Presidente del Consiglio la bicicletta rimane appesa al chiodo, specie per i lunghi spostamenti. Che poi definire "lungo spostamento" la tratta Firenze-Milano fa quasi ridere: 277 chilometri in linea d'aria, un'ora e mezza spaccata da Santa Maria Novella a Roma Termini con il Frecciarossa.

E invece si scopre (perché l'elicottero è costretto a un atterraggio fuori programma) che Matteo Renzi preferisce l'elicottero di Stato, un HH-139 (versione militare del prestigioso AgustaWestland AW-139). Un mezzo, si legge nelle schede tecniche, capace di operare in condizioni impegnative e atterrare su superfici non preparate (ieri abbiamo scoperto che può atterrare anche sui campi di calcetto: il costruttore prenda nota). Costo di esercizio: alcune migliaia di euro all'ora.

Inutile porre la domanda: ma davvero serve un elicottero per fare 277 chilometri spostandosi tra Firenze e Roma? La risposta è sempre la stessa: "esigenze di sicurezza". Peccato che il presidente della Repubblica poi prenda il tram e si sposti in treno e su voli di linea. Pericoloso irresponsabile? A giudicare dall'amore di Matteo Renzi per i voli di Stato (memorabile lo scalo a Firenze per raccogliere moglie e figli per andare a sciare), c'è qualcosa di più delle esigenze di sicurezza.

Non si augura mai buon volo, ma al presidente del Consiglio possiamo dire #Matteovolasereno (salvo atterraggi d'emergenza).