cronaca

La testimonianza di intere generazioni cresciute con i suoi film
2 minuti e 10 secondi di lettura
 E’ un fiume di “Ciao Paolo, mi mancherai” e “Mi hai fatto morire dal ridere” quello che si è scatenato sulla pagina Facebook di Primocanale dopo la notizia della morte di Paolo Villaggio. Numerosi i genovesi e non che hanno scelto il social per ricordare l’attore nato e cresciuto sotto la Lanterna scomparso a Roma all’età di 84 anni.

In tanti ricordano le frasi e i tormentoni più noti dei film del ragionier Ugo, dalla “Corazzata Potemkin è una cag**a pazzesca” al “Scusi, chi ha fatto palo?”. Generazioni di italiani cresciuti con i film di Villaggio, le sue macchiette e le sue catastrofiche avventure. “Sono cresciuta con i sui film! Li conservo tutti, dal primo all'ultimo, dice Rossella, "Sei stato in grado di raccontare l'italiano moderno già 30 anni fa", precisa Mirko. E infatti nei film di Villaggio emerge chiara la capacità dell'attore di tratteggiare con anticipo le caratteristiche degli italiani. 

E tra i commenti c’è anche chi come Maria Angela gli ha voluto rendere omaggio ricordando una sua parte diversa e più ‘seria’ come quella di “Io speriamo che me la cavo”. A Paola invece è sufficiente rileggere alcune delle battute per strapparle un sorriso: “È incredibile, riesci a farmi ridere anche adesso che ho scoperto che sei morto”.

Numerose le testimonianze di chi ha conosciuto direttamente o indirettamente  Villaggio quando era un ragazzo alle prese con le prime esperienze lavorative. “Mio nonno  - dice Valentina - lavorava all'lva e Villaggio arrivava in stabilimento perché faceva il portalettere. È stato proprio nonno a raccontarmi tante volte di come era in grado di far piegare dal ridere tutti i lavoratori con le sue gag”.

Poi c’è chi come Luciana ricorda: “Mio marito entrò in una notissima azienda genovese nel 1963, all'epoca ci lavorava anche Villaggio. In quel luogo giravano aneddoti che vennero poi descritti in modo grottesco nei suoi libri o films".
 
Dote comica di Villaggio presente sin dalla giovane età. Olga infatti lo ricorda nei primi anni ’60 nella compagnia Baistrocchi dove, dice: “… non era ancora conosciuto dal grande pubblico ma quante risate”.

E c’è anche chi ha nel cuore un ricordo speciale, come quello di Daniela: “Il ricordo piu' bello sono le risate che si faceva mio figlio, che ora non c’è più, guardando i suoi film e le sue scenette".