salute e medicina

Nel 2016 sono stati complessivamente 57.671 gli accessi domiciliari da parte delle Asl liguri nei confronti di 2138 pazienti
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Negli ultimi due anni il numero di posti letto in hospice in Liguria è stato giudicato adeguato sulla base dei Lea - Livelli essenziali di assistenza, stabiliti con decreto a livello nazionale mentre è stato indicato al contempo l’impegno ad implementare le cure palliative domiciliari. Nell’ambito dell’assistenza domiciliare di cure palliative, nel 2016 le Asl liguri hanno effettuato complessivamente 57.671 accessi domiciliari nei confronti di 2.138 pazienti.

È quanto ha precisato la vicepresidente e assessore alla Sanità rispondendo, in Consiglio regionale, ad un’interrogazione sul tema delle cure palliative, materia regolata anche dalla legge nazionale del 15 marzo 2010 articolo 38 che disciplina le “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore”, da atti della Conferenza Stato regioni, oltre che dal Piano Sanitario nazionale.

L’assessore alla Sanità ha sottolineato in aula che Regione Liguria riconosce le cure palliative come un approccio integrato in grado di migliorare la qualità di vita dei malati e delle loro famiglie che si trovano ad affrontare problematiche anche di natura fisica, psicosociale e spirituale associate a malattie inguaribili.

La vicepresidente Viale ha ricordato che a livello regionale è iniziato un processo per omogeneizzare gli interventi sul territorio. Come prevede la legge nazionale, l’obiettivo è superare la logica dei posti letto in hospice quale unica garanzia di assistenza di cure palliative, attraverso il potenziamento dell’assistenza domiciliare, elaborando per ogni paziente un progetto assistenziale individualizzato. Un approccio che secondo Regione Liguria garantisce una presa in carico complessa, secondo un’offerta che va dalle cure domiciliari all’hospice in base alle necessità.

L’assessore alla Sanità ha evidenziato in aula che le cure domiciliari palliative consentono ai pazienti, laddove possibile, di essere seguiti a casa, permettendo di raggiungere alcuni importanti obiettivi tra cui il miglioramento della qualità di vita del paziente che può mantenere le proprie attività e relazioni, l’aiuto alle famiglie, ai caregivers e alle persone che si prendono cura del malato, l’accesso del paziente alle strutture sanitarie in caso di necessità, il trattamento a domicilio della patologia evitando ricoveri impropri e istituzionalizzazioni non adeguate.