salute e medicina

Il 42,3% dei liguri ha dichiarato di essere un malato cronico
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La nostra regione rappresenta un laboratorio ideale per le scelte sanitari future. Secondo le previsioni ISTAT, l’Italia si troverà ad avere una struttura demografiche simile a quella attuale ligure (percentuale di over 65 pari al 28%) nel 2032. In Europa, dove attualmente la percentuale di over 65 è sotto il 20%, si arriverà alla medesima percentuale nel 2045. Incredibilmente, quello che è sempre stato un problema (un paziente anziano costa sino a 4 volte il costo di un giovane) può diventare un’opportunità, e la Regione Liguria un modello pionieristico da seguire con attenzione, non solo dalle altre regioni italiane, ma anche dagli altri paesi europei.

L’invecchiamento della popolazione sta mutando progressivamente la struttura demografica della maggior parte dei paesi sviluppati. La domanda di servizi sanitari è destinata a crescere rapidamente, determinando conseguentemente problemi in termini di sostenibilità economica. A questi profondi cambiamenti dal lato della domanda, il decisore pubblico è chiamato a rispondere con prontezza, individuando soluzioni che siano al contempo eque e sostenibili. Altra sfida per la sostenibilità economica della sanità pubblica è rappresentata dalle cronicità. Cronicità e invecchiamento della popolazione sono due facce della stessa medaglia. Se i pazienti cronici sono stimati nella misura del 39% della popolazione totale, la percentuale sale all’85% tra gli over 65. Si prevede che nel 2020 l’80% delle risorse sanitarie, nei paesi avanzati, sarà destinato alle patologie croniche.

In questo panorama la Liguria è già oggi una delle regioni italiane maggiormente colpite dal peso delle cronicità. Nel 2016, a fronte di una percentuale di malati cronici a livello nazionale pari al 39,1%, in Liguria il 42,3% dei residenti ha dichiarato di essere un malato cronico (il 52% dei quali rappresentato da over 65); questa percentuale è più alta di ben 8 punti percentuali rispetto a quella registrata in Campania, la regione “più giovane” d’Italia (34%). Nei prossimi decenni ci aspettiamo che l’invecchiamento demografico porti la Liguria a dover affrontare un aumento considerevole nel numero di malati cronici anziani: secondo le previsioni ISTAT nel 2030 gli over 65 in Liguria rappresenteranno circa il 31% della popolazione e i malati cronici over 65, in poco più di 10 anni, aumenteranno di più di 20.000 unità.

Analisi condotte in Regione Liguria evidenziano che quasi il 49% dei ricoveri, se guardiamo alla sola diagnosi principale, è riconducibile a una malattia cronica ma, allargando anche alla diagnosi secondaria, tale percentuale sale al 65%. La stretta correlazione tra età e cronicità è evidente guardando, per esempio, a particolari patologie croniche come l’insufficienza cardiaca cronica e la BPCO (bronco pneumopatia cronico ostruttiva): il 93% dei pazienti con diagnosi di insufficienza cardiaca sono ultra 65enni e l’età media dei pazienti che accedono per le due patologie menzionate è di 78 anni. Va inoltre rilevato come il paziente affetto da patologie croniche sia caratterizzato da riacutizzazioni e, conseguentemente, da frequenti accessi presso strutture ospedaliere e di assistenza sanitaria territoriale.

In un’ottica di risorse scarse, è necessario ed urgente definire risposte adeguate per la gestione della domanda indotta dall’incremento delle patologie croniche attraverso l’individuazione dei principali fattori di rischio e di percorsi clinici ottimali. Il nostro impegno deve essere rivolto a questo obiettivo, per dare risposte non solo ai cittadini liguri ma anche per creare percorsi e modelli virtuosi da applicare nelle altre realtà, e non solo in Italia.

Ancora una volta la conferma viene dalla cifre: nel nostro Paese, la percentuale di over 65 ha superato quella degli under 14 già nei primi anni 90, nei Paesi del Nord Europa (Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia, Islanda) questo “sorpasso” è avvenuto solo nel 2010. In Liguria, a inizi anni ‘90, la percentuale di over 65 era già di ben 11 punti percentuali superiore rispetto a quella degli under 14.

*Marcello Montefiori - Professore associato di scienza delle finanze
DIEC - Dipartimento di Economia Università degli Studi di Genova