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"Sono uno dei pochi artisti ad avere ancora la residenza in Italia"
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“I figli pagano le colpe dei genitori”. È questo il giudizio di Riccardo Muti sulle difficoltà sofferte dal mondo della cultura in Italia. “Per decenni non abbiamo sfruttato le potenzialità dell’Italia”, dice il direttore d’orchiestra. “Ogni generazione ha la sue responsabilità, però ha anche la responsabilità di scrollarsi di dosso gli errori delle generazioni precedenti. Se per la cultura ci sono dei problemi, la colpa non è del governo di oggi. Bisogna dare la colpa alle generazioni passate”.

Il tema dei tagli non è più un problema solo italiano. Il maestro Muti vede estendersi una disaffezione della politica europea dal mondo della cultura, soprattutto a causa degli effetti della crisi economica. “Il problema della cultura è diventato europeo. Anche nazioni che sono state sempre famose per il loro entusiasmo e il loro contributo alla cultura in una situazione come quella dio oggi hanno iniziato a tagliare”.

Muti non ci sta a far passare la contrapposizione tra giovani e vecchi, ma è convinto che si debbano dare maggiori opportunità ai più giovani. “Credo molto nella nuovissima generazione. I giovani devono essere messi in condizione di poter lavorare senza pretendere che uno faccia i 100 metri in 10 secondi con una catena al piede”.

Riccardo Muti ricorda come sia rimasto “uno dei pochi artisti che ha la residenza in Italia. Questo non è un vanto – dice - è un dovere per un italiano. Se ho ancora la residenza in Italia, significa che amo questo Paese. Altrimenti avrei potuto prendere la residenza in America”.

E nella visita a Firenze c’è anche il tempo di una battuta sulle sue origini: “Sono italiano, sono fiorentino e, come il sindaco Nardella, ho un passato terrone”.