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L'augurio è che inizi un confronto costruttivo sul tema
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Al secondo commento dove dichiaro di condividere quanto dicono i 5 Stelle, da Toninelli a Crimi, immagino che qualcuno dirà in modo semplicistico che sto salendo sul carro del vincitore.

Ma se un lettore o utente di Primocanale conosce le nostre battaglie, compreso il convegno dello scorso anno in occasione del Festival della Scienza su “ Il futuro dell’ informazione locale nell’era digitale”  si renderà conto che l’onorevole Crimi si avvicina molto a quanto sostengo da molto tempo.

Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’editoria in Audizione alla Camera ha ieri dichiarato che: “Per combattere le fake news, il Governo intende promuovere l’informazione di qualità, vale a dire i prodotti editoriali. E con questo si intende quell'informazione che per sua natura dovrebbe essere verificata e indipendente, quel prodotto editoriale che ha alle spalle un direttore, un editore e una linea ben definita di responsabilità, in modo tale da poter rispondere della eventuale diffusione di informazioni non veritiere, non verificate o diffamanti".

È la prima volta che leggo queste parole e mi auguro che sia l’inizio di un confronto costruttivo proprio sulla differenza tra i media che hanno un editore, un direttore responsabile, ma anche dipendenti giornalisti assunti e con contratti a tempo indeterminato rispetto a chi invece presenta strutture differenti.

E viene male a pensare che proprio gli Enti pubblici spendono molti soldi dei cittadini -anche qui da noi in Liguria- con social network che non hanno né regole, né dipendenti e né pagano tasse in Italia. Hanno addirittura regole diverse, anzi non ne hanno, a differenza nostra che siamo pieni di leggi e regolamenti da seguire dall’affollamento pubblicitario, alla par condicio, alle giuste regole sul lavoro. Ma riguardano solo gli “old media”, mentre nessuno le fa rispettare agli innumerevoli siti e “sitarelli” che invadono la rete, spesso rubando notizie per poi fare concorrenza sleale sul mercato pubblicitario.

Ecco perché le dichiarazioni di Crimi sull’intento del Governo di sostenere “l’informazione di qualità con direttori ed editori” sono un’apertura che non possiamo che apprezzare augurandoci che possa presto aggiungere “rispetto dei contratti di lavoro, versamento dei contributi e regole eguali per ogni settore dell’informazione”.