cronaca

L'intervento del procuratore capo di Genova sulle indagini del crollo del ponte
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Tra i sette e i dieci giorni per rimuovere le macerie dai binari e un periodo simile per Rete Ferroviaria Italiana per riattivare  la linea. Secondo le stime arrivate questa mattina in Procura a Genova ci vorranno ancora una quindicina di giorni per riattivare i  binari nella zona del Campasso che potranno far riprendere il viaggio giornaliero di circa 26 convogli pari al traffico merci di 1300 tir sulle strade.

Ne ha parlato a Live News Mattina su Primocanale il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi
che ha confermato come le indagini non stiano affatto rallentando il ripristino dell'area ferroviaria che non risulta sotto sequestro giudiziario.

"Ci sono molti detriti caduti e in parte ce ne sono ancora sulle linee ferroviarie essenziali per i traffici della città e del movimento merci - ha dichiarato Cozzi - Questo è un punto importante anche per la sicurezza perché riversare sulle strade l'equivalente di 26 treni è preoccupante. Detto questo. Quell'area lì non è minimamente sotto sequestro, è semplicemente interessata da detriti e pezzi del ponte crollato in fase di rimozione con grande intensità e velocità.

Da qui la stima

"Stamattina - ha raccontato il capo della Procura - ho chiesto una valutazione di massima da parte di persone che operano sul  posto. Mi hanno detto che ci vorranno, lavorando intensamente, dico una cifra 7-10 giorni, poi le ferrovie dovranno avere un certo numero di giorni per mettere in sicurezza la massicciata e l'area. L'unica competenza che ha l'autorità giudiziaria riguarda la repertazione di alcuni pezzi che sono caduti sulle ferrovie. Man mano che li rimuovono i consulenti tecnici indicano quali sono d'interesse per le indagini. E' un lavoro contestuale. L'attività giudiziaria non ritarda neanche di un minuto lo svolgimento di queste altre attività".

Discorso analogo può essere compiuto su Corso Perrone.

"Anche per quanto riguarda questa strada a noi non spetta decidere come e quando verrà demolito il ponte - ha puntualizzato Cozzi - però lì abbiamo dato indicazione che se si dovesse chiedere l'abbattimento per ragioni di incolumità e di altra natura, lo si faccia compatibilmente con le esigenze delle indagini e cioè interpellando i consulenti tecnici della
procura per la salvaguarda di quelle parti che possono essere utili per le indagini. Con riguardo specifico su corso Perrone, e lo dico da cittadino, forse sarebbe opportuno togliere anzitutto la parte che rende non possibile il traffico proprio sulla stessa strada. Se lo si toglie a pezzi, lo diranno i tecnici se è possibile, sarebbe opportuno ripartire da
lì per riaprire la strada al più presto".

Il procuratore capo Francesco Cozzi ha poi fatto il punto sulle indagini e sulla questione della immagini delle telecamere e il 'giallo' delle webcam di 'Autostrade per l'Italia'.

"Sono già stati fatti tutti gli accertamenti al riguardo - ha esordito sul tema il magistrato - Le posso dire che da quanto ci risulta le telecamere di autostrade erano tre. Una è quella posizionata sulla parte di ponente e puntava sul troncone che proviene dalla galleria di Cornigliano che riprendeva tra l'altro il camion della Basko che si ferma.
Quel video c'è ma purtroppo è inutile per la pioggia e la lontananza".

Ma quella non è l'unica telecamera in zona.

"Ce ne sono due dalla parte opposta - ha aggiunto il procuratore in diretta - Una di queste, a quanto risulterebbe presentava dei problemi di collegamento già dalla mattina presto e prima del crollo, un problema alla centralina che ha impedito il suo funzionamento. Questa centralina è stata riattivata successivamente da tecnici che se ne stavano già  occupando, ma non ha consentito di vedere il momento. Una terza telecamera era sempre dalla parte di levante che puntava  sul raccordo con la A7 e il ponte Morandi e in quel momento era orientata sullo svincolo e non sulla parte del ponte
crollato. Questo è quello che ci risulta.Verranno effettuate ulteriore verifiche su questo punto ma questa è la situazione".

Al di là delle webcam di 'Autostrade per l'Italia' il procuratore capo ha confermato l'esistenza di altri immagini, in particolare secondo quanto risulta alla nostra redazione di un'azienda di Campi, che riprenderebbero con maggiore nitidezza il momento del crollo.

"Non posso entrare nel dettaglio - ha dichiarato Cozzi - ma posso assicurare che ci sono delle altre immagini utili. Ed è stato utile che subito siano state coperte da riservatezza per acquisire in tutta genuinità di quanti occasionalmente hanno potuto osservare il momento del crollo. La loro versione dunque non può essere inquinata da quel video. Le immagini
possono non essere complete ed esaustiva ed è importante che arriva un'indicazione da parte di chi ha potuto vedere. Diventano più credibili le versioni che collimano con le immagini".

Il lavoro che sta compiendo la magistratura inquirente è dunque ad ampio raggio e in questo senso la Procura di Genova per operare al meglio necessità di maggiori risorse e organico.

"Sono state inoltrate richieste agli organi competenti - ha confermato Cozzi - per provvedere ad integrare organico e materiale per avere dotazioni necessarie ad affrontare la situazione. Chiediamo al ministero mezzi cartacei e telematici per consentire di gestire la mole di dati enormi
che è stata acquisita.Grazie alla disponibilità delle nostre forze interne, la polizia giudiziaria nostra, stiamo provvedendo a digitalizzare e organizzare tutto il materiale sequestrato sia presso le imprese e presso le amministrazioni pubbliche. Abbiamo chiesto anche nuovi magistrati
per consentire a quelli che seguono il crollo del ponte a non doversi occupare di altro".

In questo senso si parla del possibile arrivo di due nuovi magistrati alla procura di Genova. C'è poi l'aspetto dell'invio e della ricezione del materiale telematico relativo alle indagini che elimina tempi e modalità di trasporto.

"Abbiamo dato una mano sull'organizzazione del lavoro dal punto di vista telematico - ha dichiarato il Procuratore Capo - Gli atti che pervengono dalla Valpolcevera possono essere trasmessi per via telematica attraverso strumenti specifici di cui dispone l'amministrazione".

Resta un punto fermo per la Procura

"La comunità ha un'esigenza primaria di sicurezza e di continuare a vivere - ha dichiarato Cozzi a Primocanale - Ma siamo convinti che c'è un interesse enorme ad accertare cosa è successo e chi ne è responsabile: il nostro compito è proprio quello. Non si può rimuovere la pagina dicendo ormai è successo e ripartiamo come se niente fosse. Per tutto quello che è possibile fare riteniamo di dover accertare cosa è successo".

Dalla procura infine un ringraziamento.


"Mi consenta di ringraziare anche l'Amiu e il sindaco di Genova - ha conclusso Cozzi in diretta - che hanno reso disponibile l'utilizzo di un capannone nei pressi del ponte per la custodia dei reperti del ponte. Questo dimostra la sinergia tra le istituzioni e gli enti".