Politica
Coppie, “Rose”, vescovi e voglia di posti in lista
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Il debole collante che tiene insieme le anime del partito democratico, quella laica e socialista e quella cattolica sta mostrando incrinature pericolose. Si avvertono a livello nazionale, ma si intravvedono anche a livello locale. L’apertura della campagna elettorale non contribuisce certo a un’operazione di restauro, anzi, può allargare le piccole crepe. Ma il mondo cattolico, già in ebollizione da alcuni mesi, sta subendo un nuovo urto che potrebbe avere conseguenze pericolose. Il sindaco Marta Vincenzi avanza l’ipotesi di una certificazione delle coppie di fatto, niente di sconvolgente, ma diciamo, un tema rischioso quando tira aria di elezioni prossime. Chi vuole soffiare sulla brace rilancia che questa idea è l’anticamera di un’azione di sgretolamento del matrimonio. Assurdo. C’è di vero che la proposta del sindaco di Genova, tutta da verificare nella sua concreta fattibilità, piomba come benzina sul fuoco dei malumori tra i cattolici impegnati in politica. A La Spezia un anno e mezzo fa fu votato un ordine del giorno che più o meno diceva le stesse cose di quelle detta dalla Vincenzi. Non se ne è fatto nulla. I vescovi possono dormire sonni tranquilli. A scompigliare ulteriormente il panorama ecco la nascita anche in Liguria della “Rosa bianca”, con la firma di Chicco Garassini, ex margherito, ex presidente della Provincia di Savona, dei cattolici cislini di Savino Pezzotta, sociali, ma fortemente legati al movimento del Family day e degli udc di Bruno Tabacci. La “Rosa bianca” va a pescare al centro del centro, più tra le fila dei casiniani, ma pronta anche a discutere con gli ex margheriti. Gran bailamme pre-elettorale, gran voglia di esternazioni, “sparate in libertà”. I posti nelle liste non sono infiniti. I desideri umani sì.
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