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Dopo il caso del peschereccio Mina sequestrato dalle autorità francesi
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"Ringraziamo il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli che ha richiamato l'attenzione anche del presidente della Repubblica Mattarella sulla vicenda del peschereccio Mina, sequestrato a gennaio nelle acque antistanti a Ventimiglia dalle autorità francesi e poi rilasciato con tanto di scuse, chiedendo che si faccia chiarezza sui confini marittimi tra Italia e Francia e sull'accordo, mai ratificato dal parlamento italiano, tra i ministeri degli Esteri firmato 'alla chetichella' dal ministro Gentiloni".

Lo dichiarano in maniera congiunta il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e gli assessori regionali alla Pesca Stefano Mai e allo Sviluppo Economico Edoardo Rixi. Nei giorni scorsi l'assessore Mai ha inviato una nota formale al ministro degli Affari esteri Gentiloni e al ministro alle Politiche alimentari Martina di richiesta di incontro congiunto con le Regioni Toscana e Sardegna "per evidenziare le ricadute sull'attività di pesca dell'accordo del 21 marzo 2015, e per chiedere che non sia ratificato dal governo italiano".

Gli assessori Mai e Rixi evidenziano le ricadute negative, qualora il trattato fosse ratificato, sull'intero comparto della pesca ligure: una drastica contrazione su almeno il 20% della flotta dedita alla pesca al gambero rosso ed enormi penalizzazioni ai pescatori dei grandi pelagici che costituiscono un ulteriore 15% del comparto.

"Se davvero il governo Renzi ha svenduto le acque di Liguria e Sardegna alla Francia - dicono gli assessori Mai e Rixi - sarebbe gravissimo e costituirebbe un segnale davvero preoccupante della scarsa considerazione di questo governo verso il comparto della pesca che rappresenta una tradizione secolare oltre che un'economia strategica per le nostre regioni a vocazione marittima.

Prosegue la nota: "Auspichiamo che il presidente Mattarella intervenga con urgenza per chiarire la situazione e per evitare la ratifica di un trattato fortemente penalizzante non solo per la pesca ligure, ma anche per quella sarda e tirrenica in generale".

"MARE SVENDUTO" - Intanto arrivano proteste anche dalla Sardegna, per bocca di Mauro Pili, deputato di Unidos: "I francesi stanno bloccando i pescatori sardi e questo non solo è fuorilegge, ma deve essere impedito con azioni immediate". Da più parti del centro destra si parla di "confini svenduti" e si invoca l'intervento del Governo. 

LA REPLICA - Nessuna svendita, assicura invece il Pd. "L'Italia - dichiara il senatore Dem, Silvio Lai - non ha ceduto i mari del nord Sardegna alla Francia. Quanto accaduto al peschereccio bloccato dalle autorità transalpine è stato già oggetto di un chiarimento chiesto dal Pd al ministero degli Esteri". Un episodio "grave - ammette Lai - ma l'accordo Italia-Francia non è stato ratificato e dunque non è ancora in vigore e sono in corso ulteriori approfondimenti prima che possa essere avviato l'eventuale iter di ratifica parlamentare".