porti e logistica

Il varo del nuovo regolamento sarebbe stato bloccato dall’intervento della DG Competition
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Il provvedimento è atteso da 21 anni e sono passati ormai 40 giorni da quando il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti assicurò, durante una visita a Genova, che il regolamento sulle concessioni portuali era “alla firma del Ministero dell’Economia”. E diversi mesi dall’annuncio della predisposizione del relativo decreto.

Che però, ad oggi, sembrerebbe essersi perso da qualche parte. O esser finito nelle strette maglie della DG Competition.
Lunedì scorso, infatti, il nuovo regolamento sulle “concessioni portuali”, nella versione elaborata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e circolata a fine ottobre (nessun obbligo di gara né limiti di durata), è stato inserito dal Corriere della Sera in una lista di 11 dossier problematici, 11 temi, cioè, su cui le decisioni del Governo, sottoposte alla Commissione Europea, sarebbero state da questa stigmatizzate e/o stoppate. Fra essi argomenti arcinoti come il pacchetto di aiuti legato alla cessione di Ilva e i rinnovi delle concessioni autostradali.

Nonché, appunto, il regolamento sulle concessioni portuali. Sono passati due giorni e, malgrado l’esplicita richiesta, il Governo non ha smentito il quotidiano di Via Solferino. “A noi risulta che il regolamento abbia superato l’iter nazionale e che sia poi stato sottoposto a Bruxelles. Non abbiamo riscontri ufficiali, ma i rumor sostengono che non sarebbero stati creati problemi dalla DG Competition” spiega Marco Conforti, presidente di Assiterminal, che però aggiunge: “Ci era stato assicurato che il regolamento sarebbe stato emanato prima di Natale. Certo, dopo 21 anni di attesa, anche se fosse il 15 gennaio non ci sarebbe da lamentarsi. Vedremo, quel che posso dire è che non mi risultano problemi da Bruxelles”.

Tant’è, però, il regolamento ancora non c’è e il Governo non ha smentito le indiscrezioni del Corsera, che peraltro confermerebbero i rilievi sul provvedimento sollevati anche in Italia dal senatore Maurizio Rossi. Nel frattempo si è proceduto (“con l’eccezione, distorsiva della concorrenza, di un unico porto” ricorda Conforti riferendosi al caso genovese) e, in alcuni casi, accelerato, coi rinnovi ultradecennali ‘all’antica’, cioè secondo la normativa vigente (con scarso o nullo ricorso a procedure ad evidenza pubblica e spesso labile legame fra piani d’investimento e durata delle concessioni). Con partecipazione sentita, anzi, del partito di maggioranza di Governo, come a Trieste ad esempio, dove la governatrice Debora Serracchiani ha celebrato in pompa magna i 60 anni di proroga assentiti all’accoppiata Maneschi-Aponte sul TMT-Trieste Marine Terminal, organizzando addirittura una cerimonia in Regione.

*In collaborazione con www.ship2shore.it