porti e logistica

Dopo la bocciatura dei revisori dei conti sui rinnovi
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Il tema del rinnovo delle concessioni ai terminalisti torna a infiammare il dibattito all'interno del porto di Genova. I revisori dei conti di Palazzo San Giorgio hanno infatti bocciato il rinnovo e formalizzeranno la loro posizione nel corso del Comitato portuale di lunedì prossimo. Dell'opposizione è stato, tuttavia, già informato il commissario Giovanni Pettorino, che ha avuto modo di apprendere le ragioni alla base di questa decisione.

Ma quali sono queste ragioni? In primis il fatto che non siano stati specificati i motivi per cui sono state presentate istanze relative a concessioni che scadono alla fine del 2020. Inoltre, non v'è traccia dello stato di attuazione della concessioni in essere e, in particolare, della situazione relativa agli investimenti effettuati. Oltre a ciò, i revisori hanno bocciato il rinnovo in quanto non in linea con la normativa comunitaria e, soprattutto, perché verrebbero concesse in una fase di profonda trasformazione del sistema portuale.

In ballo ci sono tre rinnovi di concessioni chiesti da altrettanti terminalisti: due di 40 anni e uno di 20. Rinnovi, dunque, dalla durata molto lunga, come quelli concessi negli scorsi mesi in altre realtà italiane come Savona, Livorno e Trieste. A Genova la corsa ai rinnovi pluridecennali è stata invece bloccata. Una decisione rivelatasi saggia, viste anche le prese di posizione del Consiglio di Stato e della Commissione Trasporti del Senato.

Sul tema delle concessioni si sta battendo da tempo il senatore ligure Maurizio Rossi, che negli scorsi mesi aveva anche chiesto un parere pro veritate di due illustri giuristi, nel quale veniva ribadito l'obbligo di gara sia per l'affidamento originario della concessione che per il suo rinnovo, oltre che il ruolo preminente svolto dall'evidenza pubblica nei principi dell'Unione Europea. Tesi suffragata, come detto, anche dai pareri autorevoli del Consiglio di Stato.

Ora resta da capire cosa accadrà lunedì nel corso del Comitato portuale. Le voci più insistenti parlano di un'approvazione delle concessioni, nonostante la netta opposizione dei revisori. Tuttavia, è anche possibile che Pettorino non deliberi le concessioni ma dichiari solamente la chiusura della procedura istruttoria. D'altronde, si sta trattando di argomenti che vanno ben oltre l'ordinaria amministrazione di cui dovrebbe occuparsi un commissario.

L'Ammiraglio, che deve fare i conti coi terminalisti che nell'ultimo periodo lo hanno tirato un po' per la giacca, potrebbe inoltre inviare gli atti istruttori a Roma per chiedere un parere sul daffarsi. In questo modo non si assumerebbe la responsabilità di un atto straordinario, fuori dal suo mandato, che rischia di segnare in maniera profonda il futuro di Genova.