porti e logistica

Sul regolamento della Legge 84/94 atteso da 21 anni
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"È una rivoluzione che solo gente miope poteva non vedere”. Il senatore Maurizo Rossi di Liguria Civica non usa giri di parole per commentare il parere del Consiglio di Stato sul regolamento della Legge 84/94 atteso da 21 anni.

Una rivoluzione che parte da agosto 2015 e dal suo intervento in Commissione Lavori pubblici. Ora, il nuovo regolamento messo al varo dal Governo incassa lo stop del Consiglio di Stato: troppo debole l’evidenza pubblica, impossibile determinare i canoni minimi. In poche parole, verrebbe ribadito lo stesso sistema che finora ha permesso alle Autorità portuali di assegnare concessioni di 60 o 70 anni a questo o quel terminalista

“Hanno voluto personalizzare la battaglia, dicevano che ce l’avevo con qualcuno. Ma non è una battaglia ad personam. È la normativa comunitaria che prevede le gare. E fino ad oggi non sono state fatte”, precisa il senatore ligure. Il vuoto normativo ha lasciato spazio alle libere interpretazioni: le richieste dei terminalisti venivano pubblicate sui giornali locali (e non sulla Gazzetta Europea, come previsto dalla legge). Se poi non ne arrivavano altre, si assegnavano direttamente le aree senza altre procedure. Una situazione che ha mosso il Governo a varare un regolamento mancante dal 1994, ma ancora troppo blando. E l’altolà del Consiglio di Stato ne è la conferma.

A Genova le cose sono andate diversamente: “Il presidente Merlo non cadde nella forzatura dei terminalisti, che volevano la vittoria a tutti i costi. Il ministero gli disse di aspettare il regolamento”, ricorda Rossi. Attraversata la lunga palude ministeriale sul tavolo di Padoan, il documento è di nuovo fermo.

“L’impressione è che sia stato fatto per continuare con le proroghe senza gara. La politica non è riuscita a produrre un regolamento che risolvesse i problemi. Il ministro Serracchiani ha esultato per una proroga nella sua Trieste mentre il ministro Delrio, suo stesso partito, suo stesso Governo, le diceva di aspettare”. L’altro tema è quello dei canoni minimi: secondo il Consiglio di Stato, il regolamento non stabilisce criteri per determinarli. Col rischio che gli spazi vengano regalati.

Una situazione di stallo che Rossi denuncia da tempo: “Ma ora abbiamo rotto un sistema che non poteva andare avanti. Inutile prendersela con me se dico cose che non piacciono ai soliti noti”. Il blocco del Consiglio di Stato mette a rischio le concessioni già assegnate dalle autorità di Imperia, La Spezia e Savona in barba alle cautele imposte dal Ministero. “Il sistema concessorio è tutto sbagliato. Che si tratti di porti, stabilimenti balneari, concessioni radiotelevisive. Si facciano le gare e vinca il migliore”. E la battaglia continua.