porti e logistica

Prosegue il dibattito sul futuro dei terminal
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Non si placa il dibattito sulla proposta di congelare l’assegnazione delle concessioni dei terminal portuali. La posizione del senatore genovese Maurizio Rossi raccoglie il sostegno del sottosegretario De Caro, mentre il presidente dell’Autorità portuale di Genova, Luigi Merlo, dice che “Il tema delle concessioni è tra i più delicati perché paga un peccato originale. Quando nacque l'84/94 non fu mai emanato il regolamento sulle concessioni e ognuno ha provveduto secondo indicazioni diverse" ricorda Merlo. "Credo - aggiunge Merlo - che l'indicazione di Rossi sia importante anche nell'ottica della riforma Madia approvata ieri che dà deleghe al governo in materia di governance e per unire due autorità portuali. Ecco, in questa fase è importante, invece, avere un'indicazione univoca soprattutto per quelle realtà che non diventeranno un unico sistema".

Nelle ultime ore il dibattito è andato avanti, anche online. Sul blog “Pilotina”, ospitato dal sito del Secolo XIX, Assiterminal interviene così: “Con riferimento al caso sollevato dal Sen. Maurizio Rossi in Commissione VIII Senato, riteniamo opportuno precisare quanto segue. Revisioni di condizioni e proroghe delle concessioni sono state adottate, pure recentemente, da diverse Autorità portuali italiane a fronte di domande di terminalisti e/o di altri concessionari. Sarebbe discriminatorio e foriero di generare condizioni di scorretta concorrenza nel mercato dell’handling portuale fermare ora l’esame di istanze in tal senso presentate da terminal operator (es. caso del porto di Genova).

Peraltro sono molti i porti stranieri concorrenti, anche laddove si applicano modelli di tipo concessorio, ove negli atti contrattuali vengono normalmente inserite clausole di rinnovo, di prolungamento e di rinegoziazione. Le possibilità di modificare o revisionare il contratto di concessione di aree e di banchine in corso di validità, anche attraverso proroga, senza la necessità di procedura di gara ma nel rispetto dei principi comunitari di trasparenza e pubblicità è riconducibile, a nostro avviso, principalmente (ma non esaustivamente) ai seguenti casi:  nuovi investimenti, un’impresa portuale che abbia ben performato in costanza di contratto concessorio,  al ricorrere di specifici presupposti da individuarsi ad esempio in fatti sopravvenuti e di forza maggiore che incidono sull’equilibrio economico finanziario del concessionario.
A nostro avviso, le vigenti norme, art. 18 L. 84/94, Codice Navigazione e Regolamento al Codice Navigazione, consentono di risolvere le situazioni sopra indicate.

Peraltro quanto sopra è confermato dalle recenti decisioni della Commissione UE, su alcune concessioni a terminal operator nel porto di Trieste, che hanno ritenuto del tutto legittime e compatibili con le norme comunitarie proroghe di contratti di concessione in essere”, conclude l’associazione dei terminalisti.

“Non mi sorprende la posizione di un'Associazione di categoria che fa bene il suo lavoro difendendo lo status quo – replica il senatore di Liguria Civica - Se si è sbagliato altrove non è buon motivo per continuare  a sbagliare. Ora a mio giudizio è ora di fermarsi ovunque in Italia compresa Genova per fare gli interessi del porto della città e del Paese. Le decisioni comunque poi le prenderà il Ministero. Penso che qualche mese si possa aspettare (la scadenza di alcune concessioni a Genova è nel 2020) e che i Presidenti a qualche mese dalla fine del mandato e i Commissari in altri porti  in Italia non debbano prendere decisioni proprio ora. Mi fa piacere in proposito quanto dichiarato dal Presidente Merlo che mi pare abbia ben compreso lo spirito del mio intervento”.