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Barisone, Frumento, Pongiglione e Ravera a confronto
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Nella Savona degli scettici e dei delusi, chi si presenta al di fuori dai grandi schieramenti mira a dire la sua nella partita: di sicuro qualche assist, o magari un gol. Dei sette aspiranti a Palazzo Civico, i quattro ‘outsider’ sono stati protagonisti del primo confronto televisivo a ridosso del voto, in scena su Primocanale a cinque giorni dall’apertura delle urne. Le loro storie sono diverse: chi si fa sostenere dalle liste civiche, chi esce fresco fresco dal consiglio comunale, chi scende in campo dalle segreterie di partito. Ma tutti vogliono portare qualcosa di nuovo e convincere soprattutto gli indecisi e i potenziali astensionisti.

C’è Giorgio Barisone, camicia rossa e comunismo nel cuore, in corsa solitaria col Partito Comunista dei Lavoratori. Meno radicale ma ben presente nella storia della città Daniela Pongiglione, una vera spina nel fianco dell’amministrazione Berruti, sostenuta dai civici di ‘Noi per Savona’ e da ‘Savona bella’ di Giampiero Aschiero, fuoriuscito dalla maggioranza e da Api. Uomo di sinistra contro il Pd di Renzi è anche Marco Ravera, già segretario regionale di Rifondazione Comunista, che si presenta con la neonata Rete a Sinistra. E poi Fabrizio Biale, che in studio rappresenta Carlo Frumento, l’ex consigliere di maggioranza sostenuto da un variegato pool di liste: 'Altra Savona', 'Cittadini per Savona', la Federazione Pensionati, Socialisti Uniti e Unione Italiana.

RISCHIO ASTENSIONE – Il primo scoglio con cui tutti e sette i candidati dovranno fare i conti è quello dell’astensione, perché tanti savonesi non si fidano più di chi non risolve i vecchi problemi. “O votare noi o astenersi, perché Battaglia, Caprioglio e Diaspro sono tre facce della stessa medaglia”, dice Barisone. Meno drastico Ravera, secondo cui “bisogna comunque votare”. La Pongiglione punta sulla reputazione acquisita in città fuori dai partiti: “Noi siamo molto legati alla città e ai suoi problemi, anche se alcuni dipendono da Renzi e non dal Comune. I partiti, finora, hanno fatto interessi privati”. Tra tutti, Frumento è il più coinvolto nei processi alla giunta Berruti. Ma Biale lo difende: “Ci siamo messi contro la maggioranza, ci voleva cuore e cervello. Alzarsi e dire no dimostra competenza e grande coraggio”.

MIGRANTI – Mentre Savona guarda alle urne, Ventimiglia e il Ponente fronteggiano l’emergenza migranti. Accogliereste i migranti a Savona? Facile, come prevedibile, sfuggire alla domanda. “Noi siamo per un’immigrazione regolare, nessuna tolleranza per i clandestini”, si barcamena Biale. Sì condizionato anche per la Pongiglione: “Bisogna cambiare la prospettiva. Se avessimo questo problema dovremmo sì accogliere, ma garantire a ogni migrante un inserimento lavorativo”. Ravera e Barisone si schierano decisamente a sinistra. Per il primo “l’immigrazione è la storia del mondo, bisogna andare oltre l’accoglienza e lavorare per l’integrazione”. Per il comunista “l’internazionalismo è sempre stata la bandiera del proletariato”.

BITUME – È stato uno dei temi più scottanti degli ultimi mesi: il progetto del deposito di bitume proprio a ridosso del Priamar, che ora non vuole più nessuno. Daniela Pongiglione, però, è stata la prima a sollevare il vespaio in Comune: “Questa ditta ha ottenuto ben nove deroghe alla normativa vigente. La puzza arriverebbe nel raggio di tre chilometri, coprirebbe tutta la città. Quindi né lì né altrove”. Ognuno, poi, aggiunge motivazioni al no. Per Biale “il bitume in porto dimostra che non abbiamo le idee chiare sulla vocazione turistica. La Procura potrebbe fare chiarezza sulle regole aggirate”. Barisone allarga il discorso: “Se non lo vogliamo a Savona si può forse scaricare su Vado o Albisola? Non nel mio orto, e poi? Se non serve non si fa e basta”. Ravera aggiunge che “il deposito non porta lavoro” e che la sua idea di città è avere “meno auto e meno bitume”.

CITTÀ MIGLIORATA O PEGGIORATA? – Il giudizio dei savonesi è vario. La maggior parte trova la città in declino negli ultimi anni, ma qualcuno nota dei passi in avanti. I quattro candidati in studio sono tutti d’accordo e condannano unanimi l’operato del sindaco uscente. Anche se Ravera riflette: “C’è un abisso tra il primo e il secondo mandato del sindaco”. E Barisone gli ribatte: “E allora perché siete rimasti con lui finora?” Lui: “Siamo rimasti fedeli al patto con gli elettori. Capisco che faccia notizia di questi tempi”.

LA PRIORITÀ – Qui escono i punti forti dei programmi. Ravera punta su una “città verde”, perché l’ambiente può creare posti di lavoro e perché “le aziende investono volentieri in una città vivibile”. L’idea, poi, è quella di creare uno sportello dei fondi europei anche a Savona. La Pongiglione mette sul podio salute, lavoro e infrastrutture: “bisogna elettrificare le banchine, ma anche collegare il porto all’autostrada. Aumentare i servizi domiciliari agli anziani per ridurre l’ospedalizzazione. E risollevare agricoltura e artigianato”. Barisone si focalizza sull’emergenza casa: “Ci sono 700 famiglie in attesa dal 2013, 200 case sfitte di proprietà comunale. Bisogna ristrutturare queste ed espropriare gli alloggi fatiscenti”. Biale, invece, si concentra sulla sicurezza urbana e cita uno studio effettuato a Milano secondo cui “è possibile riqualificare il Priamar dando lavoro a 400 ragazzi”.

URBANISTICA ED EDILIZIA – Più o meno sono tutti d’accordo: costruire sul costruito, niente nuovo cemento. Una battaglia condivisa in primis dalla Pongiglione – che ripete: “Zero nuovo cemento e zone pedonali molto più estese” – e da Ravera, che pensa di riscrivere completamente il Puc di Savona. Biale ricorda che “il vecchio si può anche demolire” e Barisone torna sulle politiche per la casa, che però non devono prevedere consumo di territorio.

PIAZZA DEL POPOLO – Il simbolo del degrado e delle promesse mai mantenute è l’eterno cantiere di Piazza del Popolo, il salotto buono della città dominato dalle transenne. “È bistrattata da 20 anni, nessuna amministrazione ha saputo investire quel poco necessario per far vivere il commercio”, nota Barisone. Anche per la Pongiglione “il problema risale a molti anni fa, ora è venuto fuori il problema delle radici. Siamo in una fase di passaggio, vorrei conoscere la situazione reale”. Il dibattito si allarga allo stato del commercio. Ravera propone “agevolazioni per chi si insedia nelle periferie” in aperto scontro con la logica degli outlet, mentre Biale lamenta che “la tassa della spazzatura è immensa”.

TRASPORTO PUBBLICO
– Non che funzioni così male, a quanto pare, ma dopo i tagli messi a bilancio da Berruti la questione Tpl è tornata in auge a Savona. I nostri quattro ospiti sono tutti abbonati e conoscono bene i punti dolenti. La Pongiglione propone addirittura una sperimentazione per renderlo gratuito: “Se contiamo i costi risparmiati in termini di salute, il bilancio complessivo andrebbe in pari. C’è da rivoluzionare questo settore”. Barisone è d’accordo ad abbassare i prezzi degli abbonamenti, ma non per tutti: “Chi può pagare è giusto che paghi”. Secondo Ravera bisogna agire di concerto coi comuni limitrofi e far diventare il trasporto pubblico competitivo rispetto a quello privato. Una strategia che propone è chiudere il centro al traffico, “almeno nel weekend, come fanno a Bologna”. Biale lancia l’idea di “tre grandi parcheggi alle tre entrate della città per far partire di lì i mezzi pubblici”.

SCUOLE MATERNE E NIDI – Un tema rimasto forse in ombra durante la campagna elettorale, ma centrale per la vita di molti savonesi. Il problema è che non ci sono soldi. “Ma bisogna fare delle scelte per prolungare il tempo scuola”, dice la Pongiglione. Per Ravera, ad esempio, si devono “tagliare le consulenze esterne” per recuperare fondi. Barisone parla ancora di espropri: “Che bello un asilo nido nella vecchia sede della Banca d’Italia”. Biale è d’accordo: “È una priorità, io stesso sono genitore di un cucciolo di 3 anni che mi dà una gioia immensa, ma che a volte rappresenta un problema”.

L’EMERGENZA LAVORO – Nella stessa giornata del confronto televisivo, Vado Ligure ha vissuto la protesta di tre aziende con l’incubo disoccupazione. Almeno tremila persone rischiano il posto, mentre altrettante lo hanno già perso in provincia nell’ultimo anno. E in alcuni casi, come nella vicenda Tirreno Power, si ripropone il vecchio adagio ambiente contro lavoro. “Non è accettabile questa contrapposizione, il rischio è quello di una guerra tra poveri. L’industria può convivere col turismo, ma serve un Governo forte”, puntualizza Ravera. “Il futuro? Sono le smart city, si faccia più attenzione a queste realtà”, sogna Biale. La Pongiglione attacca: “I savonesi hanno sperato che un sindaco renziano facesse confluire più attenzione dal Governo sulla città. E invece è stato gestito tutto malissimo”. Su Vado, peraltro, incombe, “un’altra bomba ecologica, la piattaforma Maersk”. Barisone, comunista ma anche ambientalista, propone una “nazionalizzazione delle fabbriche senza indennizzo agli investitori” e invita gli operai a lottare “non solo per il lavoro, ma anche per l’ambiente intorno a loro”.

PERCHE’ VOTARVI?
– Uno spot in un flash. Barisone: “Rappresentiamo le lotte di tutti i giorni”. Biale per Frumento: “Noi ci mettiamo la faccia e amministrare la città, non per i soliti amici”. Pongiglione: “Siamo credibili e impegnati per davvero”. Ravera: “Noi non tradiamo la nostra storia di sinistra, anche se Orlando dice il contrario. Vorrei che la città non si svuotasse”. Arrivederci alle urne.