Cronaca

1 minuto e 15 secondi di lettura
Un trend peggiore rispetto a quello nazionale con una previsione negativa del Pil, nel 2012, del -0.7% rispetto al -0.5 italiano con una contrazione che avrà effetti negativi su molte importanti voci dell'economia regionale e sui consumi delle famiglie.

Nessuna buona notizia arriva dal report per la Liguria su dinamiche e tendenze del biennio 2011/2012 realizzato dalla Cgil. Non si vede via d'uscita dal tunnel della crisi nel quale, tra crescita marginale e stagnazione, la nostra regione è entrata nel 2012, con un netto peggioramento iniziato due anni fa che si è radicato nel secondo semestre del 2011. E un preoccupante segnale negativo viene dalla cassa integrazione: rilevata una contrazione del 37,7% di quella ordinaria, una discesa del 7,3% di quella in deroga e addirittura una lievitazione del 204,2% della straordinaria a conferma di una crisi economica non solo congiunturale ma strutturale.

Non arrivano buone notizie neppure dal fronte occupazionale dal momento che ormai un ligure su due non lavora. In più si è ridotta la quota delle assunzioni a tempo indeterminato che ormai rappresentano poco più del 20%. In contrazione quasi tutti i comparti produttivi con l'eccezione dell'high technology e dei traffici marittimi e portuali. Insomma, è recessione, nonostante non manchino in Liguria – afferma il Segretario regionale della CGIL Renzo Miroglio - “prospettive che possano mettere insieme sviluppo e lavoro come terzo valico, gronda, riempimenti portuali, nuovo terminal contenitori a Vado, villaggio tecnologico degli Erzelli, ribaltamento a mare del cantiere navale di Sestri, rinnovo e ambientalizzazione della centrale termoelettrica di Vado”.