sport

L'incontro a Milano punta a fare chiarezza sulla possibile cessione
1 minuto e 25 secondi di lettura
Due diligence. Ruota attorno a questa attività la prosecuzione o meno della trattativa di cessione del Genoa da Enrico Preziosi al gruppo guidato da Giulio Gallazzi.

All'ora di pranzo in un ristorante di Milano l'attuale proprietà rossoblù e gli aspiranti compratori discutono soprattutto di questo. La due diligence e cioè l'attività di investigazione e di approfondimento di dati e di informazioni relative all'oggetto di una trattativa, consentirebbe infatti ai possibili acquirenti di valutare la reale convenienza dell'affare e di idenfiticare i rischi e i problemi connessi.

E già perché finora lo Sri Group, il fondo di investimento di Giulio Gallazzi, ha sempre avuto informazioni 'esterne' della società Genoa. Ora per affondare definitivamente il colpo occorre vedere dall'interno i conti proprio come nell'acquisto di una casa quando non ci si limita a valutarla osservandone i muri, ma si entra dentro e si valutano le rifiniture.

Acconsentire di effettuare la due diligence sarebbe un grande segnale di trasparenza
e di serenità da parte dell'attuale proprietà nei confronti di quelli che al momento sono gli unici compratori che hanno mostrato solidità economica.

Ma Enrico Preziosi, ed è anche lecito che sia così, ha fatto sapere che non vuole svendere e vuole valutare al massimo anche il capitale calcistico che ha messo a disposizione di Juric in questa stagione agonistica.

La sensazione è che su questo tema venditore e acquirente possano ragionarci su, ma di certo non si può prescindere proprop dalla due diligence. Dal pranzo di oggi non ci si attende la firma in calce al contratto di vendita, ma il chiarimento definitivo di una trattativa che non può potrarsi oltre il mese di settembre.