porti e logistica

Parla Marras, la presidente del comitato di cittadini
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 “La normativa Seveso, a cui è assoggettata la Iplom, prevede che il sindaco chieda l’autorizzazione sanitaria all’azienda, ed è una cosa che abbiamo ribadito anche nelle ultime occasioni, come la commissione del municipio a cui abbiamo partecipato. L’autorizzazione sanitaria prevederebbe ad esempio il monitoraggio della salute dei cittadini. Inoltre il sindaco è il tutore della salute pubblica e potrebbe dare anche alcune prescrizioni”. Così Antonella Marras, del comitato di cittadini di Fegino a Genova, torna sul tema caldo del passaggio dei tubi Iplom nel quartiere, della presenza dei deposito Iplom, tema legato alla richiesta di proroga di concessione da parte di Porto Petroli a Multedo, visto che da lì i tubi partono.

Marras è anche candidata per Potere al popolo e la incontriamo proprio durante in Live on the road verso le elezioni. Il sindaco, secondo lei, avrebbe tanti poteri e potrebbe fare qualcosa per la vivibilità dei cittadini della zona. Potrebbe, ma al momento non è stato fatto.


L’altro giorno anche il presidente del porto di Genova Paolo Emilio Signorini aveva parlato dei poteri di intervento del Comune nella partita del rinnovo istanza di Porto Petroli, vista la commistione con le case vicine, poteri al momento non ancora esercitati.

“È la città metropolitana di Genova che applica delle tariffe. Mi informerò, farò una interrogazione per capire come sia possibile”. Così la candidata di Liberi e Uguali ma anche consigliere metropolitano, Daniela Tedeschi, commenta invece la tariffa di 1356,27 euro all’anno, definita ridicola e offensiva dagli abitanti di Fegino, pagata da Iplom per il passaggio dei tubi sotto il rio Fegino, tubi nei quali scorrono idrocarburi, non certo un materiale povero. “Paghiamo più noi di tassa per i rifiuti” era stato il commento laconico di un residente della zona.