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Procura: escluse infiltrazioni della criminalità organizzata ma atteggiamenti coercitivi
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Il calcio e le infiltrazioni mafiose. Un lungo elenco di sospetti che vanno dalle scommesse durante un Napoli-Parma con un capo ultrà a bordo campo, al derby di Roma clamorosamente anni fa interrotto con la discesa in campo di tifosi giallorossi inutilmente mediati da Totti con una diretta televisiva imbarazzante, fino alle dichiarazioni di qualche mese fa inerente la curva dell’Atalanta e le presunte derive mafiose sollevate dal Procuratore di Bergamo.

Ma non va dimenticato il caso Juventus con il club bianconero tirato in ballo per la vicenda della vendita dei biglietti da parte degli ultrà. Una polemica, questa, davvero rovente che ha coinvolto Andrea Agnelli, la Federazione che con il direttore generale Uva si è schierata con il club torinese e la presidente della commissione Antimafia Rosy Bindi che invece ha puntualizzato sull’importanza e la serietà delle inchieste.

E poi il caso Genoa sollevato dalla Procura di Genova con l’audizione alla commissione parlamentare. Il segretario dell'antimafia Di Lello a Primocanale ha confermato la teoria delle infiltrazioni mafiose, ma fonti vicino alla Procura genovese parlano di “stile e di comportamenti mafiosi e non proprio di infiltrazioni” tendendo ad escludere coinvolgimenti diretta della società rossoblù.

I riflettori sul Genoa si sono accesi ovviamente dopo il caso del match con Siena nel 2011. Interruzione della partite senza invasione di campo ma con i tifosi piu’ caldi minacciosamente presenti nel settore distinti, richiesta delle magliette per gipocatori considerati indegni di indossarli visto la pesante situazione di classifica di allora, l’ex giocatore Sculli che parlotta aggrappato alle griglie con un capo ultrà. Di lì alla fine lo sfogo del presidente Preziosi contro quella parte di tifoseria.

Altre indagini, altre inchieste sul rapporto con i giocatori dell Gradinata Nord. Passano gli anni e adesso un altro caso. La vicenda Gasperini in collisione col mondo ultrà rossoblù, ma il tecnico ha sempre smentito di essere stato ricattato e il suo ritorno con l’Atalanta quest’anno è coinciso con una standing ovation di tutto lo stadio. Ora altre inchieste doverose sul mondo dello spaccio allo stadio, con il confine che si allontana sempre di più dal campo e dallo sport per scivolare nella più profonda cronaca nera.