politica

E' ora di svegliarsi dal sonno
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Caro sindaco Doria, come mai odia cosi' la vecchia Fiera Internazionale? Quella che noi, ragazzi del primo dopoguerra chiamiamo con molta nostalgia Fiera del Mare. Perche' la lascia morire annegata in un'agonia squallida? Che colpe ha o ha avuto? E se ne ha avute, sono tutte sue?

Nel giro di poche settimane e' fuggito l'amministratore delegato, l'altro ieri anche la presidente
. I soci tacciono, ma noi, caro sindaco, vogliamo sapere.
Perche' avete distrutto la Fiera? Possibile che una citta come Genova acconsenta di perdere una realta' cosi' importante per la sua economia, un complesso ancora cosi' ricco di fascino, in un agghiacciante silenzio?
La Fiera inventata dai vecchi commercianti genovesi, quelli che ci mettevano la faccia e a volte il portafoglio, e' un cumulo di macerie, probabilmente senza soldi , finiti per altri rivoli verso scelte diverse. Quali?


Possibile che sulla Fiera si pensi di fare uno stadio per un calcio ormai ridotto a partite da scandali, o addirittura un supermercato, o chissa' mai qualche residenza di lusso, su quegli scogli rubati al mare negli anni Sessanta , quando Genova aveva ancora un briciolo di orgoglio.

Sindaco, questa citta' sta appassendo come una vecchia signora ridotta in miseria. E lei non ha niente da dire?

Non ci posso creedere. La stimo per la sua intelligenza e onesta'. Lei e' la classica persona a cui tutti vorrebbero affidare il portafoglio. Ma, vede signor sindaco, non basta. Oggi bisogna fare, fare, fare. Dieci volte rispetto al passato, rompere le scatole, mandare al diavolo quando si deve senza preoccuparsi di equilibri sindacali o, peggio, politici.
Assistere da Palazzo Tursi alla morte di una citta' e' triste, ma rischia anche di diventare colpevole.


Che cosa fare? Io non lo so. Il sindaco lo fa lei, non io che sono solo un modesto giornalista mugugnone come tutti i genovesi, ma che mi tengo il diritto di dirle certe cose anche perche' l'ho votata, fidandomi molto del mio amico Silvio Ferrari. Mi era piaciuto questo drappello di Onesti. Professori, intellettuali, gente senza doppi fini, ambizioni di poggiar le chiappe su poltrone comode con le tessere di qualche partito nel taschino.

Pero' poi ho cominciato e capire che non bastava. Intendiamoci: l'onesta' morale e intellettuale dovrebbe essere scontata. Ma ahime' nel nostro Paese non e' cosi'.
Dunque bene.


Lei forse e' solo? L'hanno abbandonata' La boicottano'? A me pare che il povero Pd sia fin troppo accondiscendente con la sua giunta, tutta di gran brave persone. Bravissime magari.
Ma che cavolo fate dalla mattina alla sera? Pregate ? Qualcuno vi legge la Divina Commedia? Commentate le Vite dei Santi?
Benissimo. Fatelo pure, ma ogni tanto, provate a governare.
A decidere. A scegliere. A pretendere. A mandare al diavolo. A incazzarvi.
Penso all'Amt che portera' presto grane grosse anche al giovane Toti, penso a Blue Print vagheggiati e vaghi, a sacrosanti riconoscimenti di coppie di fatto, mentre gli autobus scoppiano, il Carlo Felice e' ormai un cadavere che ogni tanto si alza e dice davanti allo specchio: "Sono vivo , belin!" , a negozianti strozzati dalle gabelle, a ospedali boccheggianti, e anche alla Fiera del Mare, quella del mitico Salone Nautico dove mio papa' mi portava a cenare tra le prime barche da sognare e basta, quella  dell'Euroflora ormai perduta.


Sindaco, e' ora di svegliarsi dal sonno anche se lei non ha per sua sfortuna un principe che le dia una mano a uscire dal torpore. Nemmeno i suoi amici di lista, piu' addormentati di lei, anzi, direi anestetizzati a vita.

E se non avete possibilita' (o capacita') con buona pace di tutti, chiudete bottega.
Intanto nessuno se ne accorgera', nemmeno il Pd preso ormai dall'amletico dilemma: quello lo saluto o no? Non lo saluto e glielo dico anche. Roba da malati di mente. Poveretti.
Se ci siete, battete un colpo. Uno solo. Ma fatevi sentire.