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Ma le banche italiane dovrebbero intervenire a sostegno della Carige?
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L'assemblea pubblica dei piccoli azionisti di Carige si preannuncia infuocata. Nella sua pagina Facebook, l'associazione spiega che "il susseguirsi di cifre sempre al rialzo per quanto riguarda l'aumento di capitale, il ridursi del numero dei soggetti interessati e infine la rinuncia di Blackrock hanno introdotto ulteriori elementi di riflessione, incertezza e preoccupazione". L'obiettivo dichiarato dell'assemblea, alla quale potranno partecipare non solo gli iscritti all'associazione, ma tutti gli azionisti, i soci rilevanti, le istituzioni e i sindacati è quello "di evitare che si attui un ennesimo esproprio ai danni di chi in questi anni ha già molto patito e contribuito alle sorti della banca".

"Se qualcuno  per Carige si azzarda a parlare di licenziamenti, lo scontro sarà inevitabile". Lo dice senza mezzi termini il segretario generale Fabi, Lando Sileoni. "Serve un piano industriale e non le semplici chiacchiere. Non servono né promesse, né fumo negli occhi. In un mare di parolai, occorre un serio progetto di rilancio della banca, testimoniato con documenti scritti cosi' come stabilito dalla legge. Non accetteremo altre soluzioni".

Per Sileoni "gli esuberi sono stati governati con pensionamenti e prepensionamenti su base volontaria, e con una gestione condivisa fra sindacati e banche, sono usciti e usciranno 60mila lavoratori entro il 2022, mentre contemporaneamente sono stati assunti 20mila giovani. Ciò rappresenta un modello di relazioni che va stimolato e aiutato perche' potrebbe essere imitato anche dall'Unione europea. Pure la vicenda Carige puo' essere gestita sulla base di questi presupposti" conclude Sileoni.

Intanto l'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, esclude nuovi contributi volontari dell'istituto di credito al Fondo interbancario di tutela dei depositi per il salvataggio di Carige. "Per quanto mi riguarda, in modo volontario, escludo totalmente i contributi", afferma Messina a margine di un convegno in Bocconi, spiegando che ciò "significherebbe portare il Fondo ad avere il controllo di questa banca, e questo non è sano". 

Per Fabrizio Saccomanni "se vi è una esigenza di stabilità sistemica, può essere opportuno prevedere un'operazione di carattere sistemico, proporzionale, di tutte le banche partecipanti. Il punto è se c'è un'esigenza sistemica". Il presidente di Unicredit lo ha detto uscendo dal comitato esecutivo dell'Abi, sull'eventuale intervento del Fitd su Carige. "Oggi come oggi vanno avanti i negoziati che stanno facendo con gli operatori bancari", ha sottolineato Saccomanni.

"Noi abbiamo deliberato la partecipazione ai 320 milioni del bond e siamo fermi lì. Non possiamo esprimerci su cose che non ancora non conosciamo". Così Victor Massiah, amministratore delegato di Ubi Banca, ha risposto a margine del comitato esecutivo dell'Abi alla domanda su un possibile interesse al salvataggio di 'sistema' per banca Carige.

Ma le banche italiane dovrebbero intervenire a sostegno della Carige? "Non fatemi dire cose che poi magari qualcuno usa per altri interessi", risponde il ministro dell'interno Matteo Salvini, aggiungendo: "mi aspetto che il voto del 26 maggio ci dia un mandato per andare in Europa a ridiscutere tutte le regole che si stanno dimostrando fallimentari e mettono a rischio anche il sistema bancario perché la direttiva del bail-in e le norme che rendono sempre piu' difficile erogare credito bloccano il sistema economico".