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Il titolo ha ceduto il 17,19% a quota 0,077 euro
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Seduta da dimenticare ieri per Banca Carige non solo e per la pessima performance in Borsa, con una perdita del 17,19% a quota 0,0771 euro, ma perché il day after della bocciatura da parte della Bce sugli stress test sta alimentando un incredibile scontro tra la Fondazione, che è tuttora il principale azionista dell’istituto, e il top management della banca. 

Dopo il colpo del ko arrivato da Francoforte su Carige, nella Fondazione (attualmente 19% e fino a marzo azionista di controllo con oltre il 40%) è il momento del malcontento e delle recriminazioni. L'ultimo aumento di capitale da 800 milioni, concluso a giugno e accettato a malincuore dall'Ente, aveva comportato la rinuncia al ruolo di socio forte, ma la convinzione (o forse l'illusione) era che il sacrificio sarebbe stato sufficiente a rimettere in sesto le finanze della banca. Tanto è vero che la Fondazione aveva risolutamente detto di no alla proposta dell’amministratore delegato della banca, Piero Montani, di dar vita a un aumento di capitale più robusto, pari a 1,2 miliardi. Il responso della Bce e la prospettiva di una nuova ricapitalizzazione fra 500 e 650 milioni, a cui l'ente difficilmente potrebbe prendere parte, ha innescato la reazione negativa da parte di molti consiglieri e a finire nel mirino è proprio l’attuale vertice della banca nonché i consulenti che hanno affiancato la Fondazione negli ultimi mesi.

Nei corridoi si inizia a ipotizzare il ricorso a una azione di responsabilità verso tutti costoro. Ma la questione non è all'ordine del giorno dei consigli di venerdì prossimo - che invece faranno il punto della situazione dopo gli stress test e discuteranno del bilancio previsionale 2015 - e sono in molti a ritenere che si tratti più di uno sfogo del momento che di un reale piano d'azione.

La situazione, tuttavia, è tale che la Fondazione Carige è arrivata ad emettere una nota con la quale "smentisce categoricamente" le indiscrezioni relative alla valutazione di un'azione di responsabilità nei confronti del Cda di Banca Carige alla luce dell'esito dell'esame della Bce, su cui sono "attualmente in corso i dovuti approfondimenti" da parte dell'ente.

Il clima, dunque, è rovente e certo l’iniziativa di alcuni singoli consiglieri, sebbene sconfessata dal presidente Paolo Momigliano, lascia chiaramente intuire come in Fondazione a più d’uno stiano saltando i nervi, forse anche per la preoccupazione che qualcuno possa presentare il conto agli stessi consiglieri di indirizzo, molti dei quali si trovano lì in forza di nomine politiche, spesso non conoscendo neppure alla lontana i delicati e complessi meccanismi finanziari che stanno dietro la gestione di una banca.