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Montani: “Non è più una banca ‘one man show’, ora decisioni collegiali”
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“E’ stato fatto moltissimo”. All’indomani dell’Assemblea degli azionisti che ha approvato il bilancio 2014 e sancito l’aumento di capitale da 850 milioni il presidente di Banca Carige, Cesare Castelbarco Albani, guarda al futuro dell’istituto di credito ripensando ai momenti più difficili dei mesi scorsi. “Quando ci siamo insediati la banca aveva dei coefficienti patrimoniali assolutamente non in regola con quanto prevosto dalla vigilanza. Abbiamo messo in sicurezza la banca, effettuato un ricambio dirigenziale e di direzione centrale, chiuso l’accordo con i sindacati per l’uscita agevolata di 600 dipendenti, fatto un aumento di capitale sociale da 800 milioni. Queste operazioni richiedono un paio di anni. Siamo a metà dell’opera, vogliamo continuare su questa strada”.

"NON E' PIU' UNA BANCA ONE MAN SHOW"  
“E’ stato fatto anche un grosso lavoro di normativa interna e sui controlli – aggiunge Piero Montani, amministratore delegato di Banca Carige - Questa non è più una banca “one man show”, tutte le decisioni sono collegiali, le scelte importanti non sono più affidate a un’unica persona. La banca ha rimesso a posto un sistema di liquidità che non era perfetto quando l’abbiamo ereditata, ha ripristinato una componente importante del capitale e ricreato un buon rapporto con la Fondazione. Ora resta la parte della redditività. La banca era disabituata a questi obiettivi, che invece vogliamo perseguire. Siamo in una fase intermedia,  ma finora tutto è andato come speravamo e siamo confidenti”.

IL RINVIO DELLA MODIFICA DELLA GOVERNANCE
L’assemblea ha visto respingere la proposta di modifica dello Statuto nella parte relativa alla governance. Determinante è stato il voto contrario della Fondazione, ma per Castelbarco non c’è nulla di anomalo: “E’ assolutamente normale, quando abbiamo presentato le modifiche allo Statuto non sapevamo quali sarebbero state le evoluzioni della compagine azionaria. La Fondazione ha firmato un accordo di vendita del 10,5% della sua quota, è normale che eventuali modifiche vengano discusse con i nuovi azionisti”.

I LEGAMI COL TERRITORIO
La cessione delle quote della Fondazione aveva fatto sorgere i timori, nei mesi scorsi, di un distacco dal territorio da parte dell’istituto di credito. L’ingresso di Malacalza allontana questi timori, ma per Castelbarco Carige resterà “la banca dei genovesi” prima di tutto perché è sul territorio ligure che fonda la sua attività. “Al di là delle tipologie degli azionisti che sembrano entrare nell’azionariato e che hanno una forte connotazione genovese, cosa che riteniamo molto positiva, nel momento in cui Banca Carige ha una quota di mercato del 50% sulla Liguria è evidente che continuerà a guardare al mercato che presidia e a mantenere un forte legame con questa regione”.

DATI POSITIVI NELLA RACCOLTA
Una fiducia ripagata dai dati della raccolta, con i conti correnti cresciuti del 7,2% rispetto all’anno scorso. “Da qualche mese cominciamo a vedere una ripresa degli impieghi e una buona conduzione della raccolta. I segnali che percepiamo sono positivi, anche lo scenario macroeconomico dai dei tiepidi segnali di ripresa”, commenta Montani.

CESSIONI SENZA FRETTA GRAZIE ALL'AUMENTO DI CAPITALE
Sullo sfondo dell’attività di consolidamento di Banca Carige anche il tema delle cessioni. “Non c’è un calendario. Abbiamo dato gli incarichi agli advisor, in alcuni casi abbiamo già dato delle esclusive. Ora valuteremo le proposte che ci perverranno - spiega Montani - L’aumento di capitale sociale deciso dall’Assemblea lascia margini più ampi al Consiglio sia sui tempi Non c’è fretta di cedere e soprattutto se si arriva a una cessione la Banca deve vendere nella massima serenità, non deve essere costretta ad accettare un’offerta”.