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Crivello a Genova e Manfredini alla Spezia
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Se qualcuno un paio di mesi fa avesse chiesto a un dirigente del Pd di qualsiasi corrente l'identikit del candidato sindaco di Genova e La Spezia, forse nessuno avrebbe risposto "uomo, 60enne, da lungo tempo impegnato in politica, non iscritto al partito".

E invece, un po' a sorpresa, è questo l'epilogo dopo mesi di scontri, tensioni e ripicche. A Genova l'assessore indipendente Crivello (per il quale manca solo l'ufficialità) ex Sel, 65 anni; alla Spezia il presidente del consiglio comunale, il preside socialista Manfredini, 60 anni: sono i cavalli di battaglia del partito democratico in queste elezioni amministrative.

È il segno forse che, almeno in Liguria, il vento renziano non soffia più. Ma c'è anche una duplice spiegazione legata alla scelta del partito: il Pd da una parte doveva ricompattarsi e dall'altra doveva ricostruire la coalizione di centro sinistra. Il primo obiettivo (almeno per ora) può dirsi in parte raggiunto, il secondo no: a Genova poche forze della sinistra appoggeranno Crivello, alla Spezia forse soltanto i socialisti si uniranno al Pd e a Manfredini.

Ha comunque prevalso la saggezza, la figura mite, il politico dialogante e lavoratore, rispetto al candidato comunicatore e ambizioso. Non più rottamatori, ma i 60enni scampati alla rottamazione. Non il candidato di rottura, ma quello della continuità, legato alle ultime amministrazioni. Il tutto mentre a guidare il Pd ligure è andato Vito Vattuone, democristiano di 59 anni, simbolo di questa nuova filosofia dem.