cronaca

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Cessato l'allarme al Parlamento di Ottawa. La polizia ha tolto l'ordine di isolamento e a poco a poco ha iniziato a far uscire dall'edificio i parlamentari, giornalisti e staff, rimasti barricati per quasi 12 ore nelle aule dopo che un uomo ha aperto il fuoco, uccidendo un soldato.

La zona intorno al complesso governativo noto come Parliament Hill rimane chiusa a causa delle indagini ancora in corso, anche se la polizia non ha confermato la caccia a un altro assalitore. "Saremo vigili contro coloro che cercano di farci del male. Non saremo mai intimiditi, manterremo il Canada sicuro", ha detto il premier canadese Stephen Harper, parlando alla nazione in seguito alla sparatoria di Ottawa, un attacco al cuore dello Stato, forse di matrice jihadista, come mai accaduto in Canada.

Ad essere presa di mira è stata la sede del Parlamento federale, ad Ottawa, al cui interno sono stati esplosi diversi colpi d'arma da fuoco. Mentre all'esterno, davanti al National War Memorial, un soldato di guardia è stato colpito ed ucciso. Secondo le prime ricostruzioni Zehaf-Bibeau, capelli lunghi e neri, era armato con un fucile da caccia, vestito in abiti civili e con una kefiah che gli copriva la parte inferiore del volto. Proprio come appare in quella che dovrebbe essere la sua immagine postata su Twitter. Era italo-canadese, invece, il soldato ucciso, Nathan Cirillo.

A Ottawa è caccia all'uomo per scovare i possibili complici in fuga di Zahef-Bibeau. Il clima in città, soprattutto nell'area di Downtown, è surreale, con uomini della polizia e delle forze speciali che fermano ogni auto in uscita dal centro e controllano a tappeto ogni abitazione sospetta. Tutta l'area in cui sorge il Parlamento è in stato di assedio.

Anche gli Stati Uniti sono in pericolo. La Casa Bianca è stata messa in 'lockdown' (nessuno può entrare o uscire) dopo che un altro uomo è riuscito a saltare il cancello dell'edificio, fino ad arrivare a una trentina di metri dall'ingresso del lato nord. L'uomo è stato poi bloccato dagli agenti dei servizi segreti. Il 19 settembre un uomo riuscì a penetrare all'interno della residenza presidenziale. Caso che, insieme ad altre negligenze, è costato il posto all'allora capo del Secret service Julia Pierson.