cronaca

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C’è già un ponte abbattuto dall’incuria assassina a spaccare in due la città ferita.

C’è ancora la zona rossa a dividere la Valpolcevera, la alta dalla bassa, come se una matita indelebile avesse tracciato una barriera insormontabile, aspettando che riaprano le strade messe in pericolo dai resti del viadotto Morandi.

Ci sono già alcuni politici a litigare, quelli che vogliono cogliere l’occasione del ponte per far brillare la loro immagine, quelli che ignorano i loro errori del passato, quelli che senza conoscere Genova e i genovesi pontificano e si illudono di poter raccontare una verità che non sta in piedi.

Divisioni e spaccature sono troppe per questa città. Ma proprio loro, Genova e i genovesi, oggi più che mai, devono continuare a stare uniti. Sfollati ancora in attesa di sapere se e quando saranno ascoltati, commercianti che rischiano di chiudere i loro negozi, mamme che si devono alzare un’ora prima per portare a scuola i propri figli, imprenditori che rischiano di dover licenziare i loro dipendenti, lavoratori che vivono con l’ansia di poter perdere il posto, autotrasportatori in coda, autisti dei mezzi pubblici. Può sembrare retorica, ma non lo è: restando uniti, saranno più forti. In certi momenti non è semplice, ma fino ad oggi Genova c'è riuscita.

Alcuni esempi di questo spirito positivo lo stiamo vivendo e condividendo: nella trasmissione di Primocanale “Genova nel cuore” abbiamo messo insieme (e continueremo a farlo) le voci di quelli che hanno subito i danni e vivono i problemi quotidiani di Genova, senza fare classifiche, ma dando un valore alle parole, alle difficoltà, alle richieste, alle risposte che devono arrivare. Stiamo raccogliendo una marea di proposte, ma anche di emozioni, che ci aiutano a rivolgerci alle istituzioni che contano con più forza.

Un altro esempio è stato quello della trasferta romana del mondo dell’impresa, del porto, delle associazioni e dei sindacati. Sigle e realtà diverse, spesso in contrasto fra loro, hanno portato un documento unico, condiviso, per far capire che Genova è una, forte, capace, vogliosa di ripartire. Hanno fatto richieste precise, con toni forti, ma anche con lo spirito costruttivo che ci deve essere se l’obiettivo è quello di migliorare il Decreto che può aiutare Genova e la sua rinascita.