politica

Il dibattito
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Ha incominciato come o scindico ch'o cria, il sindaco che grida, Marco Bucci, il manager h24 che ha ribaltato la storica maggioranza di palazzo Tursi. Ha scosso le abitudini inveterate del palazzo politico non solo nelle forma dei suoi atteggiamenti, ma nella sostanza delle prime decisioni. Suscitando vaste e anche molto trasversali approvazioni. Anche troppe approvazioni, come abbiamo denunciato, inventando praticamente il termine 'buccismo', che è l’atteggiamento molto incline ad approvare le azioni del neo-sindaco e dei suoi, in una specie di incanto politico-mediatico, privo di critica.

D’altra parte c’è sempre una fase di 'luna di miele' tra il nuovo capo che arriva e la città. Volete che non ci fosse, e magari anche un po’ più accentuato, con un sindaco che rappresenta una vera rivoluzione politica, tecnica, perfino umana, nei modi, nel tratto, nello stile. 

Il gelido aplomb istituzionale e pudibondo di Marco Doria e l’efficientismo manageriale amerikano di Bucci. E prima ancora lo stile partecipativo, logorroico, molto femminile di Marta Vincenzi e indietro ancora il pragmatismo efficientista di Beppe Pericu!

Ma poi le lune di miele finiscono e anche questa sfumerà nelle attese brume autunnali, nelle pioggia che tutti attendono, ma che speriamo non sia quella alluvionale di tante stagioni genovesi. Speriamo, anzi, di avere per primi suonato la sveglia contro quell’attegiamento compiacente e alla fine un po’ troppo passivo, rispetto ai crii e alle mosse di Tursi new look.

E allora o scindico ch'o cria, che svegliava gli impiegati comunali alle otto di mattina chiedendo più efficienza, presenza e risposte, si troverà necessariamente a governare in una condizione più 'normale'. Finito l’effetto sorpresa, esaurita l’esaltazione della novità, misurato il suo stile e quello dei suoi molto presenti assessori, sopratutto di qualcuno di essi, il gioco deve farsi per forza duro o almeno diverso. E incomincerà la vera prova del nove di una nuova amministrazione, tanto cambiata da quelle precedenti.

Allora ci sarà bisogno di una opposizione vera, autentica, capace a fare il suo mestiere e non ferma ai proclami un po’ retorici del post sconfitta epocale: "Saremo costruttivi e positivi, non faremo barricate preconcette...". Firmato Pd, ma anche 5 Stelle.

Ora questa opposizione non c’è e non ne vediamo neppure l’ombra. E questo è un male, perché il nostro sistema funziona solo se esiste un gioco di controllo dell’opposizione sull’operato della maggioranza. In questo caso la maggioranza sembra una fucina di novità, tanto che si parla proprio di 'buccismo' per l’atteggiamento che circonda l’azione comunale. E dall’altra parte, complice l’estate e la forza della 'sberla' presa, sopratutto da un Pd, avvoltolato ancora nelle sue medesime spire, una specie di stupito silenzio o episodici interventi, che sembrano più rivendicazioni scolastiche: “Ero arrivato prima io...".

Invece a un sindaco che grida forte serve un confronto forte, non tanto nei decibel delle urla, quanto nella capacità di costruire modelli alternativi e idee da contrapporre a quelle che la maggioranza sforna. Possibile che a due decisioni secche, come quella delle aree blu scontate nei parcheggi e all’aggiustamento della grana Amiu-Iren, che sembrava epocale e irrisolvibile e, invece, è stata 'sanata' con un tocco di bilancio, l’opposizione non sappia che alzare un sopracciglio?

Doria desaparecido, Crivello chissà. Ci si deve accontentare di quei “maledetti martedì” presentati alla Festa dell’Unità in un libro così intitolato da Simone Farello, uno che a suo modo cercava di alzare i toni, ma che adesso non c’è più e scrive, appunto, libri?

Attenzione: il “buccismo” da solo è pericoloso, non di per se stesso, ma perché nel gioco democratico, manca un pezzo. E questo è sempre un danno, anche per chi vince e cria... Ammesso che capiscano questo rischio lo stesso interessato e la sua squadra.