politica

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 La politica a margine della celebrazione. Giuseppe Sciortino ci ha raccontato come l’aglio nel pesto abbia condito il pranzo a Genova tra Matteo Salvini e Giovanni Toti (leggi qui). Un pesto all’aglio che avrebbe convinto il sindaco Bucci a mettersi a disposizione fra un anno per sostituire Toti al vertice della Regione se il governatore fosse chiamato nel teatrino della politica nazionale. Il pesto è squisito e l’aglio ci deve essere, ma in dosi misurate. Mentre il pesto mangiato da Bucci doveva essere super agliato, tanto da provocargli seri problemi di digestione. E nessuno a quella tavolata gli ha offerto un’alka seltzer o un maalox per farlo digerire senza rigurgiti e reflussi.

Siamo a Ferragosto e il caldo e l’aglio possono giocare brutti scherzi. Anche al scinda u cu cria.

Un Bucci che lascia in anticipo Tursi per trasferirsi a De Ferrari, sempre che riesca a vincere, aprirebbe per il centrodestra una voragine. E di fronte a una sinistra o centro sinistra rimasto ancorato a personaggi di vent'anni fa, un vuoto politico per Genova.

Direte giustamente: ma si potrebbe sempre trovare qualche personalità interessante pronta a “sacrificarsi”. Verissimo. Ma personalmente ne vedo poche, anzi pochissime, a parte Alberto Maria Benedetti, insigne giurista, oggi al vertice come laico del Consiglio superiore della magistratura. Sarei francamente terrorizzato dalla riemersione di troppi “ex” . Soprattutto dall'esercito dei “trombati doc”.

Digerisca il pesto all'aglio, signor sindaco. Se lo gradisce le fornisco una quantità industriale di citrosodina, antico rimedio che funziona sempre nonostante tutto. Nonostante il pesto all'aglio, il flop di Salvini e lo scisma di Toti.