Cari borghesi se ci siete battete un colpo, che sono trent'anni che si aspetta un segnale da voi. Siete il nerbo della classe dirigente genovese e ligure da secoli e secoli, ancor prima che la Rivoluzione francese vi classificasse, ma a Genova e in Liguria ve lo siete dimenticato.
Se c'è da offrire a uno schieramento politico, a un partito o a un avanzo di partito (che oramai sono solo avanzi) qualche leader espresso dalle vostre grasse e potenti fila, la ricerca è come quella dell'araba fenice.
Pertusio, il grande sindaco, era un borghese democristiano estratto dalla vostra classe, ma fu anche quello che rese possibile il primo centro sinistra d'Italia con i socialisti a Tursi. La borghesia ha sempre avuto paura di sporcarsi le mani con la politica in questa città rossa. Bastava e avanzava, ai tempi dell'asse Taviani-Siri-Costa (che poi è una favola costruita da vecchi giornalisti furbi dell'epoca), quella sintonia tra il leader dc e l'armatore presidente di Confindustria, con la benedizione del mancato papa, a delimitare l'impegno dei borghesi nelle vicende pubbliche.
Erano borghesi i sindaci succeduti a Pertusio, Pedullà e Piombino? Non certo erano espressione di quella genia di armatori, industriali, commercianti, grandi professionisti che innervava la economia pimpante del terzo lato del triangolo industriale.
Chiuso l'ombrello delle aziende Iri, sotto il quale i rapporti tra la politica e i borghesi produttivi stavano ben oliati anche da relazioni sindacali “avanzate”, dove è finito il filo con la politica? Verrebbe da scherzare sullo slogan del Sessantotto: “Borghesi tutti appesi”.
Non siete appesi, ma desaparecidos, anche oggi che la Destra potrebbe conquistare le “città rosse”, magari, come racconta il prode Bersani, sorprendendo il centro sinistra autolesionista con il pugno sferrato da un pugile, la Destra appunto, già barcollante di suo.
Cosa avete da offrire alle rimontanti pretese del centro destra ligure, rianimato dal patatrac Burlando-Paita? Mentre Forza Italia evapora e la Lega spara troppo per il vostro classico understatment, qual è la vostra mercanzia?
Un ruolo da superborghese, come la presidenza della Camera di Commercio, coperto nei secoli da Risso, Cauvin, Calvini, Scerni, lo avete affidato a Paolo Odone IV, confessando l'incapacità di rinnovare. E allora ai politici cosa potete offrire: un Enrico Costa nel listino della Paita per un naufragio-suicidio?
Cari borghesi lo avete ammesso: se il sistema partitico crolla si corre sul carro del presunto vincitore sicuro. Ma Toti in Liguria vi ha fregato e la prossima puntata è difficile da scrivere: altro che appesi.
politica
Borghesia e destra, qual è il carro del vincitore?
L'invettiva
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