cronaca

Ecco i lati positivi ma anche i problemi di questi flussi
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Mi fanno sorridere le indicazioni degli esperti del traffico che annunciano i bollini rossi e neri che stanno per contraddistinguere le giornate pericolose per circolare in macchina anche nella nostra Regione, in coincidenza con gli esodi e i controesodi estivi.

Ma non ve ne siete accorti che la Liguria è già invasa da tempo, che non c'è festività, ponte e week end estivo nei quali il nostro sistema autostradale non vada in tilt?

Sia in condizioni normali, sia quando capita qualche malaugurato incidente che produce il caos sulle nostre autostrade e spesso rende quasi inacessibile l'ingresso a Genova.

Questa estate segna molti record, che possono magari far leccare i baffi agli statistici del turismo, a chi misura il numero dei visitatori, delle code all'Acquario, dei boom di ingressi nel Musei, del tutto esaurito nella nostra un po' striminzita filiera di alberghi. C'è quel dato recente di 130 mila letti in più, al di fuori delle tradizionali strutture alberghiere di accoglienza, in bad&breakfast e stanze private offerte in affitto, che la dice lunga su quella che sta diventando la nostra situazione.

Le mutate correnti turistiche, per ragioni geopolitiche e per spiegazioni di bilanci famigliari più stretti, dirottano dentro all'arcobaleno ligure molti più visitatori, riempiono gli alberghi, le seconde case, i camping, i posteggi dei camper e provocano altre soluzioni come quella sopracitata di chi tramuta la propria casa, le proprie stanze in strutture anche improvvisate di accoglienza.

L'invasione ha i suoi lati positivi, ma pone problemi non indifferenti, perchè non siamo preparati, sopratutto lungo la costa, sui litorali. Le spiaggie non reggono l'urto, se si arriva al punto che quelle libere devono essere lucchettate notte tempo dai Comuni e dalle forze dell'ordine per impedire l'occupazione preventiva di chi vuole assicurarsi un posto al sole e sa che ogni metro di sabbia è conteso.

La pulizia, il decoro dei nostri mille angoli di paradiso sono messi a dura prova dall'invasione: nella loro millenaria storia non si era mai visto in queste dimensioni.

Ma è proprio il traffico, la rete di comunicazione che “salta” letteralmente. Lo abbiamo già scritto che le autostrade liguri sono sempre in cima alla hit parade delle code, dei blocchi, delle ore di tempo impiegate per percorrere pochi chilometri. Abbiamo autostrade costruite per il traffico degli anni Sessanta-Settanta, che aveva volumi ben diversi e dimensioni di automobili e autoarticolati infinitamente inferiori ai colossi di oggi.

Da allora in Liguria non è stato costruito più nulla per aiutare il traffico: non una bretella, non un mezzo ponte, un passante. Qualche pezzo di Aurelia bis a Ponente, una galleria tra l'entroterra di Albenga e Alassio e poi siamo rimsti al 1970.

Genova è strangolata d'estate ogni due per tre, con cataclismi che si ripercuotono dalle corsie autostradali della A10, della A7, della A12, della A26 fino alla circolazione cittadina, alla Sopraelevata, alla Pedemontana, come se intorno alla Superba ci fosse un cappio.

Basta un incidente e da Savona non arrivi più. Basta un tamponamento e ti sogni di imboccare la Soprelevata. La classe politica precedente a quella in carica non ha voluto costruire la Bretella e poi si è impastoiata nella Gronda. Quella attuale si sta già attorciglianso sulle grandi opere. E non parliamo dei treni, dei loro ritardi, delle farse come quella che Primocanale sta raccontando in questi giorni dell'Interecity sempre in ritardo per ritardo (valga la ripetizione voluta) nella composizione del treno. Non vuoi farti ingoiare dalle fauci autostradali?

Se sali sul treno ti puoi già ritenere fortunato vedendolo partire, magari in ritardo. E in quali condizioni sono questi treni, con l'aria condizionata a stecca o senza aria condizionata?

Insomma siamo invasi, ma ko. E non parliamo dei posteggi che nella nosta amata Liguria, deliziosa per le sue bellezze, ma lunga e stretta, nessuno ha mai pensato a costruirli. Così se finalmente dopo tre-quattro- cinque ore di coda arrivi a destinazione, dove la metti la macchina? Se vuoi fare il bagno a Sori posteggi a Pieve Alta. Se hai scelto Alassio il posteggio lo trovi in cima a Capo Mele. Un inferno.

Eppure la Liguria continua ad essere invasa. Cosa ci si può aspettare? Ma almeno che progettino qualche soluzione che non costringa, per esempio, i turisti piemontesi nella Riviera di Ponente a tornare verso Torino e Cuneo scavallando il san Bernardino o tentando strade ancora più tortuose o montane e quelli lombardi a buttarsi sull'Aurelia, colassata anch'essa fino a Arenzano-Voltri.

Invece nessuno progetta nulla: le Autostrade, come quella dei Fiori, fanno incassi da Paperon de Paperoni, ma non investono in soluzioni alternative. Un passante per scavalcare l'ingorgo sistematico di Savona? Macchè.

Gli amministratori pubblici pensano che le code siano come Giove Pluvio, se arrivano non ci puoi fare niente. Perchè non studiare una nuova autostrada che colleghi Albenga a Predosa, lungo la A 26, scaricando la A10 dal grosso del traffico? Non si progetta solo per timore di reazioni ambientaliste o perchè oramai il nostro territorio è troppo sacrificato?
Ripetiamo: la Liguria è invasa e se continua così il suo stemma non sarà più l'arcobaleno tra cielo, terra e mare, ma i bollini rossi e neri del traffico kaput.