cronaca

5 minuti e 18 secondi di lettura
Blitz dei carabinieri questa mattina all'alba che hanno fatto scattare le manette per un dirigente di Amiu, Corrado Grondona, 56 anni, responsabile legale Affari Generale dell'azienda, attualmente sospeso dall'incarico. Grondona, avrebbe accettato di incontrare alcune escort in cambio della concessione di appalti ad aziende “amiche”. 

Sette in totale le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip del Tribunale di Genova
, su richiesta della Procura, nell’ambito dell’indagine denominata “Albatros”, che nel dicembre dello scorso anno aveva visto una prima fase concretizzarsi con una serie di perquisizioni all’interno di strutture operative di Amiu Genova Spa, la società municipalizzata che gestisce l’intero settore della raccolta rifiuti urbani per il Comune di Genova,  e di altre aziende collegate e operanti nello stesso ambito.

Le misure restrittive, oltre a Grondona riguardano
: Gino Mamone, 53 anni, ex titolare della ditta “Eco-Ge srl”; Vincenzo Mamone, 55 anni, fratello di Gino, titolare della ditta “Ares International srl”;  Luigi Mamone, 28 anni, figlio di Vincenzo, titolare della ditta “Impre.Ares srl”. Inoltre Claudio Deiana, 56 anni, titolare della ditta “Rgd srl”; Stefano Raschella, 55 anni, titolare della ditta “Edildue srl” e Daniele Raschella 30 anni, figlio di Stefano, contitolare della ditta “Edildue srl”.

Sospesi dall’esercizio del pubblico ufficio altri tre dirigenti Amiu.
Contestati a vario titolo i reati di “associazione per delinquere, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà degli incanti, omessa denuncia da parte di un incaricato di un pubblico servizio, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e abuso d’ufficio”.

Le investigazioni dei carabinieri del Noe, coordinate dalla Procura, hanno fatto emergere episodi di corruzione da parte degli imprenditori arrestati in favore di alcuni dirigenti Amiu, in cambio di favori e concessioni di appalti e lavori. I benefit riguardavano beni e altre utilità come serate in locali di lusso e offerta di “squillo di alto bordo”.

"MAMONE
 SOGGETTO SPREGIUDICATO"Pericolo di fuga, di reiterazione dei reati e di inquinamento delle prove. Sono questi i motivi che hanno portato il gip Roberta Bossi a emettere la misura più grave nei confronti del dirigente Amiu Corrado Grondona e di sei imprenditori liguri.

In particolare, il magistrato si sofferma sulla figura di Gino Mamone, ex socio di maggioranza della Ecoge, e di fatto la mente dell'organizzazione. ''Il pubblico ministero - scrive il gip - evidenzia la pericolosità dei principali indagati, per Gino Mamone desumibile dalla 'spregiudicatezza' mostrata nel rapportarsi a Grondona che avvolge nelle sue trame.

La condotta complessivamente considerata è pertanto un segno di 'spessore criminale', confermata anche da recenti attività monitorate e accertate dalla polizia giudiziaria dirette all'esportazione di ingenti capitali all'estero, conseguiti verosimilmente in modo illecito''.

Per quanto riguarda Grondona, il funzionario viene definito dal magistrato come ''a libro paga''
. ''I recenti provvedimenti in ambito aziendale, adottati a seguito dell'iniziativa di Grondona di auto sospendersi, non appaiono adeguati a contrastare seriamente la probabilità di commissione di nuovi reati, alla luce della pervicace reiterazione delle condotte e della loro gravità.

Grondona continua comunque a svolgere compiti di gestione/coordinamento dei servizi di competenza, con la conseguenza che, proprio in virtù del ruolo di coordinatore, è ancora in grado di interferire e di ingerirsi nelle procedure di selezione e scelta dei contraenti privati''.

"SISTEMA
 CORRUTTIVO" "Dalle indagini è emerso un sistema corruttivo che riguardava una molteplicità di incarichi affidati attraverso gare non regolari o attraverso provvedimenti tipo quelli di somma urgenza per emergenze alluvionali o di neve". Lo ha detto il procuratore capo Michele Di Lecce in riferimento alle sette ordinanze di custodia cautelare in carcere firmate dal gip Roberta Bossi, tra cui quella destinata a Corrado Grondona, responsabile dell'ufficio legale e contratti di Amiu.

"Secondo quanto riportato nell'ordinanza - ha aggiunto il procuratore - ha trovato conferma che il dirigente dell'Amiu Grondona era il nodo centrale di questo sistema corruttivo che prevedeva un numero ristretto di aziende che eseguivano lavori o attività per conto di Amiu". "Risulta che i Mamone - ha spiegato - erano quelli che mantenevano i rapporti tra le aziende e il dirigente di Amiu".

"SITUAZIONE
 DI ASSERVIMENTO"''I rapporti tra Grondona e gli imprenditori Mamone e Deiana - scrive il gip Roberta Bossi nell'ordinanza di custodia cautelare - appaiono di tale natura da configurare una situazione di asservimento della pubblica funzione esercitata in seno all'Amiu dal funzionario agli interessi degli imprenditori''.

''I frequenti incontri - prosegue il giudice - tra Grondona e i fratelli Gino e Vincenzo Mamone avvengono dietro convocazione perentoria dei fratelli Mamone, non presso gli uffici ma in locali pubblici che culminano con prestazioni sessuali di cui beneficia il funzionario con donne all'uopo reclutate a pagamento dai fratelli Mamone''.

''Appare evidente la natura corruttiva - si legge nelle 69 pagine di ordinanza - degli incontri così procurati al Grondona, che in più occasioni viene descritto dai coindagati come soggetto dipendente dal sesso in forma compulsiva; caratteristica questa che viene sfruttata dai Mamone che lo vedono e lo percepiscono come ancor più facilmente manovrabile, al fine di assicurarsene il costante interessamento in favore loro o di altri imprenditori nelle scelte dell'Amiu in ordine agli affidamenti dei lavori, che vengono gestiti dallo stesso pubblico ufficiale''.

ALLUVIONI - 
Le mani della famiglia Mamone, in particolare Gino, Vincenzo e Luigi Mamone, si erano allungate anche sugli eventi alluvionali del 2010 e del 2011.

E' quanto emerge nelle pagine dell'ordinanza del gip Roberta Bossi che ha emesso 7 ordinanze di custodia cautelare in carcere per il dirigente Amiu Corrado Grondona e sei imprenditori.

''Grondona - scrive il gip nell'ordinanza - affidava direttamente a Ecoge (società di cui Gino Mamone era socio di maggioranza) prestazioni di servizi correlate a eventi alluvionali, per l'importo complessivo di 585mila euro, senza compiere gli adempimenti previsti dalla legge''. ''Grondona - prosegue il magistrato - affidava alla Edildue (di Stefano Raschella' uno degli imprenditori arrestati ndr) lavori correlati all'emergenza alluvionale del 4 ottobre 2010 per l'importo complessivo di oltre 271 mila euro nonché all'emergenza alluvionale del 4 novembre 2011 per l'importo complessivo di oltre 186 mila euro senza gli adempimenti di legge''.