Cronaca

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La gambizzazione del dirigente di Ansaldo Energia Roberto Adinolfi è "un chiaro atto terroristico" anche se "per il momento s'ignora ancora la matrice" perché "manca una specifica rivendicazione": restano cauti gli inquirenti che cercano di venire a capo di quanto è successo stamani in via Montello, a Genova.
 
Un fatto che sposta le lancette del tempo agli anni Settanta.Il procuratore capo Michele Di Lecce ha assunto il coordinamento delle indagini affidandole al Ros dei carabinieri e alla Digos, incaricando delle indagini i due pm esperti di terrorismo, Silvio Franz e Nicola Piacente. L'apertura del fascicolo contro ignoti, però, non svela il convincimento sulla matrice dell'agguato dei magistrati: il reato rubricato è 'solo' quello di "lesioni volontarie aggravate" dall'uso dell'arma.

Proprio il modus operandi dei due uomini che hanno portato a termine l'agguato, e il tipo di arma utilizzata, una Tokarev di fabbricazione russa calibro 7,62, tracciano contorni specifici all'agguato.

Nelle prossime ore gli inquirenti riceveranno le prime relazioni di carabinieri e polizia che, soprattutto dopo il ritrovamento della moto usata per compiere l'attentato, uno scooter Yamaha XMax, potranno meglio indirizzare le indagini. In attesa di una rivendicazione, gli inquirenti stanno comunque verificando ogni aspetto della vita professionale di Adinolfi, compresa la sua attività all'estero, visto che le sue competenze tecniche sul nucleare lo hanno portato spesso ad affrontare dossier internazionali.

Anche i videofilmati delle telecamere di sorveglianza di un vicino centro sportivo saranno utili per capire. E, domattina, summit dei magistrati in procura con le forze dell'ordine.