cronaca

Il Pontefice a Genova tra un mese
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Un mese, trenta giorni e a Genova arriverà Papa Francesco. Terzo Pontefice a visitare il capoluogo ligure dopo San Giovanni Paolo II nel 1985 e nel 1990 e Benedetto XVI nel 2008.  Una visita dal forte valore sociale come nel suo stile:  incontrerà il mondo del lavoro all'Ilva, i giovani alla Guardia e i bambini al Gaslini e poi la messa nell'area di piazzale Kennedy.
Proprio per l’attesa e l’entusiasmo che l’arrivo di Papa Francesco sta portando in città Primocanale ha deciso di fare un viaggio nelle parrocchie genovesi per capire dai parroci e dai fedeli che cosa si aspettano dal Pontefice, che cosa lascerà alla città e che cosa vorrebbero dire a Francesco. Da questa sera alle 19.30 un appuntamento quotidiano alla fine di ogni edizione del telegiornale  per vivere insieme  e tra la gente questo mese di attesa. 
Il nostro viaggio inizia oggi come quello del Papa da Ponente dalla parrocchia di San Giovanni Battista di Sestri Ponente guidata da don Gianfranco Calabrese.


“Non mollare, continua con coraggio e fede senza mai perdere serenità, noi siamo con te”. Ecco il messaggio in sintesi che don Gianfranco Calabrese parroco di San Giovanni Battista di Genova Sestri Ponente manda a Papa Francesco a un mese dalla sua visita nel capoluogo ligure.

Calmo, sorridente, viso sereno, capelli brizzolati davanti alla sua chiesa per raccontare la gioia dell’arrivo del Pontefice basterebbero solo i suoi occhi che trasmettono tutto il suo entusiasmo e quello dei suoi fedeli. 

“La venuta del Papa in una diocesi come quella di Genova prima di tutto significa rinnovare la nostra fede. Il valore del vescovo di Roma è quello di confortare le Chiese locali sull’unica fede che è la centralità di Gesù Cristo. Se lui viene a confortare noi siamo chiamati a confortarlo in uno scambio”.

“E’ una visita dal grande valore sociale perché il Papa, come il Vangelo, vuole ricordare l’impegno dei cristiani dentro la società di oggi: lo stesso programma, le visite al mondo del lavoro, all’ospedale Gaslini, il pranzo con i carcerati, i migranti è un messaggio che viene dato alla nostra città che ha bisogno sempre più di aprirsi e di non chiudersi e soprattutto che non si dimentichi degli ultimi”.

La parrocchia di San Giovanni Battista a Sestri Ponente è in salita sulla strada che porta all’ospedale, te la trovi davanti dietro una curva, facciata semi-nascosta da alcuni alberi. “La nostra è una grande comunità e c’è attesa e agitazione – racconta don Calabrese -  chiunque vuole incontrarlo perché per loro Papa Francesco è uomo d’incontro.  Molta gente chiede come poter partecipare alla messa, credenti e non credenti, e credo che molta gente andrà a messa senza mai esserci andata solo per poter partecipare a una messa del Papa. Questo è un buon segno spetta a noi poi farle crescere”. 

L’entusiasmo di don Calabrese, che è anche direttore dell’ufficio catechistico, contagia. La sua parrocchia conta 12mila persone e la chiesa è decisamente troppo piccola per i tanti che affollano la messa della domenica. Prima fila, e non potrebbe essere diversamente, tanti bambini che nella sua omelia sono coinvolti e con lui interagiscono.

Cosa lascerà questa visita? “Un grande segno di vicinanza e come per tutti gli ospiti che ci vengono a trovare dopo la gioia immensa ci lascerà un po’ di nostalgia ma con i mezzi di comunicazione rimarrà collegato e sicuramente molte persone potranno dire io c’ero durante la messa con il Papa. Alla mia parrocchia lascerà una manifestazione di Chiesa”.