cronaca

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Svolta nel caso del misterioso ferimento di via Piacenza a Genova avvenuto il 18 maggio dove un muratore di 58 anni originario di Enna, ma residente nel capoluogo ligure, era stato raggiunto da un colpo di pistola ad un braccio.

La Squadra mobile genovese ha arrestato l'uomo considerato colui che ha sparato.

Si tratta di Salvatore Cimò, 62 anni, pluripregiudicato per omicidio e altri reati, colpito da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip per i reati di tentato omicidio, detenzione e porto abusivo di arma comune da sparo.


Cimò era in regime di semilibertà dal carcere di Marassi perchè doveva scontare l'ergastolo per aver ucciso nel 1977 un carabiniere che stava scortando il suo compagno di batteria Cesare Chiti, noto bandito degli
anni 70 che comandava una gang di rapinatori insieme a Marietto Rossi.

Cimò aveva trovato lavoro come meccanico e poteva uscire di giorno ma alle sera alle 21 doveva rientrare in carcere.

Il muratore era stato raggiunto da un colpo di pistola a un avambraccio, con ritenzione del proiettile e frattura esposta di radio e ulna.

Secondo gli investigatori l'aggressione era stata causata da una violenta lite tra Cimò e il muratore nel corso della quale il ferito aveva colpito al volto con un pugno l'avversario.

Il muratore aveva invece dichiarato, sia in ospedale che successivamente negli uffici della questura, di essere stato colpito da un proiettile vagante mentre camminava in strada.

E' anche stato ricostruito che il feritore, dopo essersi disfatto dell'arma, non ancora rinvenuta, era poi entrato nel carcere di Marassi.