cultura

Diretto da Sciaccaluga, nel cast torna Elisabetta Pozzi
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Applausi calorosi al Teatro della Corte per "Il Gabbiano" di Cechov presentato in un nuovo allestimento prodotto dallo Stabile di Genova con la regia di Marco Sciaccaluga e la traduzione italiana di Danilo Macrì che ha ripristinato tutte le varianti in genere "tagliate" o per problemi di censura o per "semplice" pulizia testuale.

Sciaccaluga ha lavorato su uno splendido impianto scenico di Catherine Rankl che ha disegnato una ariosa spiaggia sul lago, e una casa aperta, luminosa, estremamente funzionale. "Il Gabbiano" è uno dei testi più drammatici e spietati di Cechov. Il titolo dell'opera viene da un accostamento simbolico: come l'ignara felicità di un gabbiano, in volo sulle acque di un lago, viene stroncata dall'oziosa indifferenza di un cacciatore, così accade alla sorte di Nina.

La ragazza sulle rive del medesimo lago, s'innamora del vecchio romanziere Trigorin, il quale la porta via con sé a fare l'attrice, la rende madre di un bimbo che però muore e infine, la lascia tornare a casa annientata. Ad attenderla c'è il giovane Konstantin, anch'egli scrittore in cerca di gloria, che la ama da molto tempo. La madre di lui però, l'attrice Arkadina, disprezza l'inconsistenza delle sue liriche fantasie mentre l'amata Nina non vuol saperne di lui. Il suicidio del giovane chiude una storia di rapporti umani inconsistenti.

Sciaccaluga ha reso con intelligenza i diversi caratteri dei personaggi, dosato ironia e tragicità, impostato a una recitazione fluida e naturale accesa di tanto in tanto da scatti nervosi e aggressivi che sottolineano i diversi piani emotivi del testo.

Cast eccellente. Elisabetta Pozzi ha reso magnificamente la figura della vecchia attrice, mentre Tommaso Ragno ha costruito con forte espressività il personaggio del grande scrittore. Alice Arcuri ha confermato le sue qualità nei panni della giovane Nina, Francesco Sferrazza Papa ha interpretato con abilità la parte del depresso Konstantin.