Il prossimo 19 gennaio l'assemblea di Ansaldo Sts dovrà votare l'azione di responsabilità contro il consigliere indipendente Giuseppe Bivona, candidato dal fondo Elliott e votato dalle minoranze, su proposta dell'azionista di controllo Hitachi, che si è mosso dopo che il Cda ha accusato, con il solo voto dei consiglieri eletti nella lista del gruppo giapponese, di comportamenti contrari ai suo doveri di amministratore e in conflitto di interesse con la società.
Le contestazioni riguardano una serie di lettere e esposti, la maggior parte dei quali dirette al collegio sindacale, all'internal audit, all'organismo di sorveglianza, alla Consob e alla Procura di Milano. Dalla corposa documentazione messa a disposizione per l'assemblea, composta da gran parte delle missive contestate, emergono le questioni - per lo più attinenti alla governance - su cui Bivona ha chiesto a più riprese, in special modo agli organi di controllo, di intervenire.
Secondo il cda le contestazioni sono relative "a questioni di natura organizzativa e procedurale e mai al merito di decisioni di gestione" e Bivona le avrebbe fatte, in violazione dei suoi doveri, nell'interesse del fondo Elliott, azionista di minoranza di cui Bivona è stato consulente. Ma tra le righe dei documenti, secondo quanto riporta lo stesso Bivona nelle sue lettere, emerge che il collegio sindacale, organo di controllo della società, sia intervenuto in diverse circostanze ritenendo non pretestuose le questioni, sollecitando chiarimenti e censurando anche alcuni comportamenti dei consiglieri scelti da Hitachi, tra cui il presidente Alistair Dormer e il ceo, Andrew Barr.
La questione non è di poco conto: nel caso in cui venisse votata l'azione di responsabilità, l'azionista di maggioranza rimuoverebbe un consigliere scelto dalle minoranze, cosa che non ha precedenti in una società quotata.
Tra i temi su cui Bivona ha dato battaglia, con un atteggiamento che la maggioranza del Cda ha bollato come "ostruzionistico" e che avrebbe travalicato i suoi poteri, figurano l'assenza dei requisiti di indipendenza in capo al consigliere De Benedictis, proposto da Hitachi, l'irregolare composizione dei comitati interni, inclusa quella per operazione con parti correlate (di cui De Benedictis è presidente), la nomina 'lampo' dell'a.d, Andrew Barr, 'promosso' dal comitato nomine in una riunione durata solo mezz'ora.
E ancora: il mancato o ritardato rilascio di informazioni ai consiglieri, le presunte dichiarazioni non veritiere rese da Barr e De Benedictis in merito a una consulenza legale a favore dell'indipendenza del consigliere fatta da uno studio su incarico della stessa Ansaldo, il parziale svuotamento delle prerogative del Cda attraverso la costituzione di un 'bid committee' per le gare fino a 350 milioni, la richiesta di sostituire i revisori legali a metà dicembre.
Nell'ultima delle lettere allegate, Bivona ricorda come molte delle violazioni e dei comportamenti dei consiglieri in quota a Hitachi da lui contestate abbiano trovato riscontro anche da parte del collegio sindacale, organo di controllo della società. Tra gli interventi dei sindaci riportati da Bivona figurano la censura al presidente Alistair Dormer per aver ritardato la convocazione di un cda per discutere dell'indipendenza di de Benedictis e quella allo stesso de Benedictis e a Barr per la "poca trasparenza" sulla consulenza relativa all'indipendenza del consigliere, nonché sulla disparità di trattamento tra gli 'indipendenti' di Hitachi, che sul tema hanno potuto avvalersi di un consulente a spese della società, e quelli delle minoranza, a cui tale possibilità è stata negata.
cronaca
Ansaldo Sts, l'assemblea vota sulla responsabilità del consigliere Bivona
Il consigliere eletto dalla minoranza
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