cronaca

I pm contestano i mancati adeguamenti sugli impianti
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La procura di Genova indaga sulla gestione post chiusura della discarica di Scarpino, avvenuta nel 2014 perché non a norma. Nel registro degli indagati sarebbero iscritti, secondo quanto appreso, gli amministratori che l'hanno gestita da allora.

La nuova inchiesta nasce dopo il deposito delle motivazioni della sentenza di proscioglimento di alcuni indagati coinvolti nella prima indagine sulla discarica. In particolare, il pool che si occupa di reati ambientali (il procuratore aggiunto Paolo D'Ovidio e i pm Walter Cotugno e Michele Stagno) contestano il mancato adeguamento della discarica che dovrebbe avere gli impianti di pre-trattamento dei rifiuti.

l giudice Alessia Solombrino, nelle motivazioni della sentenza, scrive infatti che "gli illeciti vennero commessi, che tutti i provvedimenti presi all'epoca erano illegittimi, ma soprattutto che senza pre-trattamento i rifiuti non potevano e non possono essere conferiti in discarica".

Per la prima inchiesta erano stati rinviati a giudizio l'allora amministratore delegato di Amiu Pietro D'Alema, per il quale erano cadute le accuse più gravi mentre erano rimasti in piedi solo le violazioni contravvenzionali, l'allora responsabile della discarica Carlo Sacco e l'allora funzionaria della Provincia Paola Fontanella, per la quale era caduta l'accusa di abuso d'ufficio rimanendo invece i reati minori, e Maurizio Balleri, ai tempi responsabile delle attività tecniche di Scarpino. Prosciolti la ex dirigente della provincia Cecilia Brescianini e il responsabile del laboratorio di Amiu Paolo Cinquetti. La società Amiu aveva patteggiato una multa di 136 mila euro. La sentenza è stata impugnata dal pm che ha fatto ricorso in Cassazione.