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Adiconsum: "Siamo in un cul de sac". Sul voto pesano le nuove alleanze
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Se il matrimonio s'ha da fare o no lo si saprà tra qualche giorno. L'aggregazione Amiu-Iren a Genova è arrivata davvero alla prova finale: a Palazzo Tursi si riuniscono le commissioni bilancio, territorio e sviluppo economico insieme ai rappresentanti di cittadini, sindacati e categorie. L'obiettivo è portare in Consiglio la delibera definitiva - già bocciata una volta - da votare entro e non oltre il 31 marzo. E di certo non sarà una passeggiata. 

Il voto di venerdì rappresenta una ghigliottina. In primis per Marco Doria, che ha annunciato le dimissioni anticipate in caso di nuovo stop. Ma anche per l'azienda, perché senza ingresso dei privati la giunta sarà costretta a portare subito in sala rossa una terza delibera che prevede aumenti catastrofici sulla Tari: +46,2% in un'unica soluzione o +18% con rate fino al 2020. E se anche questo estremo rimedio dovesse naufragare, l'unica strada sarebbe quella che conduce al tribunale. In altre parole, il fallimento

"Siamo in un cul de sac, è una situazione da rupe tarpea. O così o il disastro", ammette Stefano Salvetti, presidente di Adiconsum Liguria. Ha passato la notte in bianco a leggersi le circa 300 pagine del nuovo testo, convocato all'ultimo secondo come tutti gli altri rappresentanti che partecipano all'audizione in commissione. "C'è l'amaro in bocca perché adesso scontiamo anni e anni di non politiche. Ci troveremo 200 milioni da recuperare sulla tariffa con un'incidenza media del 7% per ogni famiglia".

Una nuova stangata che i commercianti non sono disposti a trangugiare. Nemmeno di fronte al rischio di conseguenze enormemente peggiori. "Non è giusto che tocchi a noi pagare scelte sbagliate che vengono portate avanti da anni – ha detto a Primocanale la vice presidente di Ascom Genova, Ilaria Natoli -noi non ne possiamo più. Molte attività rischiano di chiudere e nulla viene fatto. Siamo pronti ad andare per vie legali". La speranza è che vengano studiati ammortizzatori, ma su questo punto la discussione col Comune è ancora in alto mare.

"Non siamo mai stati contrari alla fusione. Siamo consci della situazione dell'azienda e delle conseguenze che su di essa avrebbe il mancato voto sulla delibera. A noi interessa che quanto previsto dal provvedimento non resti lettera morta: dopo due anni che lo chiediamo, finalmente viene inserito il mandato alla giunta per la dichiarazione di dissesto idrogeologico per Scarpino e per l'apertura di un tavolo con Regione e Stato per reperire i fondi necessari ad abbattere i costi a carico della collettività genovese".

Chi voterà, comunque, saranno i consiglieri. E se l'ultima volta Doria era stato tradito dalla sua stessa maggioranza, stavolta dovrebbero prevalere la paura di un effetto a catena (in caso di procedura fallimentare sarebbero chiamati a rispondere anche i consiglieri) e soprattutto le alleanze che si vanno disegnando in vista delle elzioni. Clizia Nicolella, una delle dissidenti di Lista Doria nel voto di febbraio, ha parlato di una possibile apertura. In sostanza il centrosinistra dovrebbe compattarsi sulla giunta, mentre M5s (ovvero il solo Boccaccio), i quattro di Effetto Genova (Putti e compagni), Rete a Sinistra e il centrodestra dovrebbero portare 'no' sicuri. 

COSA PREVEDE LA NUOVA DELIBERA
  • Prima fase con l'ingresso al 49% di Iren Ambiente in Amiu entro maggio 2017
  • Proroga del contratto di servizio Amiu al 2028 e stabilizzazione di 31 precari
  • Una seconda fase in cui Iren potrà salire fino al 69% del capitale sociale.
  • La sede di Amiu resta a Genova salvo modifiche all'unanimità dello statuto a cui il Comune dovrebbe dare un improbabile ok.
  • L'aumento medio della Tari a Genova nel 2017 stimato sarà del 6,89% per utenze domestiche e commerciali per recuperare in dieci anni i 130 milioni di euro di extracosti provocati dallo smaltimento fuori Regione dei rifiuti a seguito della chiusura della discarica di Scarpino.
  • In un primo tempo Iren Ambiente si impegnerebbe a completare l'impianto di smaltimento di 'Scarpino 3' per 13 milioni di euro entro il 2017, un impianto di trattamento meccanico biologico per 55 milioni entro il 2019, l'impianto di biodigestione anaerobica dei rifiuti organici per 25 milioni entro il 2020, per un investimento totale di 93 milioni, di cui circa 60 milioni nell'area di Scarpino, i restanti preferibilmente nel genovesato e in aree pubbliche.
  • Il piano industriale Amiu è parte integrante dell'accordo e prevede l'estensione della raccolta dell'umido in tutta la città e un ulteriore potenziamento della raccolta differenziata (ma molti restano scettici, soprattutto Rete a Sinistra e associazioni dei consumatori, perché nel testo non c'è traccia del piano Conai per arrivare al 65% di riciclo nel 2020)
  • Il primo aumento di capitale di Iren Ambiente sarà di 5 milioni di euro cash, il secondo stimato di 34 milioni in denaro o impianti, per un totale di 39 milioni. Fino al 2020 gli utili dovranno essere reinvestiti nell'azienda senza dividendi.
  • Iren Ambiente nominerà l'amministratore delegato di Amiu mentre il Comune di Genova esprimerà il presidente. Il parere del Comune di Genova sarà obbligatorio e vincolante per ogni scelta strategica.