salute e medicina

La multinazionale ha deciso di sospendere le ricerche sulla malattia
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La notizia del ritiro dal campo della ricerca per le malattie come Alzheimer e Parkinson della Pfizer, uno dei più grandi colossi farmaceutici al mondo, sicuramente desta preoccupazione non solo nel mondo della ricerca ma anche in quello delle persone coinvolte dalla malattia siano esse malati o familiari, operatori o assistenti.

Come prima ed immediata conseguenza si potrebbe pensare ad uno scenario in cui il campo della ricerca si impoverisca, in quanto tale orientamento può rivelarsi un precedente per future scelte di altre aziende o influenzare decisioni e strategie politiche, ma ancora più importante è l'interpretazione che familiari e persone che ne sono affette possono dare a questa notizia.

In qualità di associazione di familiari, la Federazione Alzheimer Italia ritiene, supportata da quanto prevede il piano globale di azione in risposta alla demenza dell’OMS, che la ricerca e l’innovazione sociale e tecnologica possano portare progressi nei campi della riduzione del rischio, della diagnosi e della cura delle persone con demenza.

Non dobbiamo, però, dimenticarci che le persone che oggi convivono con una demenza hanno bisogni urgenti che vanno aldilà dei farmaci e per questa ragione è necessaria la creazione di migliori servizi che possano aiutare loro e la famiglia che se ne occupa.

Sicuramente la ricerca farmacologica sarà lo strumento che potrà portare a rallentare l’incidenza di queste patologie e posticiparne l'esordio, ma ricordiamo come vi siano aperte numerose strade nella ricerca, non solo in campo farmacologico, per le quali si stanno già compiendo sforzi ed è necessario continuare ad investire.