cronaca

Traffico di droga dalla Colombia all'Italia
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Questa storia di droga e ‘ndrangheta è degna di una fiction: dal suggestivo nome della protagonista, la boss Bombina Abossida, per gli amici Bina, 53 anni, calabrese impiantata alla Spezia, ai suoi beni dichiarati, chiamiamoli così: due negozi di alta moda, ora sequestrati. Bianca Venezia, dirigente anticrimine Questura La Spezia, spiega: "Pensate che il negozio di viale Italia si trova proprio accanto alla questura, l'altro al porto Mirabello".

E poi un conto corrente da 500mila euro, ville, appartamenti, barche. Per un totale di 5 milioni. All’origine, di un’indagine antimafia basata su 800 kg di cocaina, c’è il fratello Santo, ucciso nel 2012 nel crotonese con modalità ‘ndranghetiste , tre colpi in faccia, mentre aveva in braccio il figlioletto di tre.

Da lì, spiega il colonnello Gianluca Valerio, comandante dei carabinieri della Spezia, è partita una articolata indagine che ci ha portato sulle tracce di questo importante giro di importazione di cocaina dalla Colombia, di cui i beni sequestrati erano provento". Dopo l’omicidio ci fu anche un furto in casa della donna, che insospettì, per l’entità del bottino, in contanti, trafugato da una cassaforte: 40mila euro.

Da qui, dopo anni di indagine, si è arrivati a mettere la boss sotto indagine: sarà sottoposta sorveglianza speciale per traffico internazionale di coca, dalla Colombia all’Italia, si sospetta anche grazie a trasbordi su yacht e velieri di proprietà della famiglia. Pure, forse, attraverso porticcioli turistici calabresi e del golfo spezzino, ha spiegato Enrico Mion, comandante della Guardia di Finanza della Spezia.