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e accusa: "Grande distanza tra un Sindaco e i palazzi romani"
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Il Sindaco di Genova Marco Doria, ospite a Primocanale per la rubrica "Il Sindaco risponde" è tornato a parlare dell'alluvione il giorno dopo la mancata audizione in Commissione congiunta al Senato: "La cosa che mi ha sconcertato è stata osservare la distanza tra un sindaco e i palazzi romani. è stata una testimonianza della distanza tra . E mi dispiace che anche i senatori genovesi abbiano trascinato la discussione così a lungo e si siano adeguati alla decisione del rinvio".

Si parla, poi, dei primi stanziamenti necessari e Doria non le manda a dire. ""I risarcimenti stanziati sono ridicoli, se la cifra fosse questa si rivelerebbe assolutamente inadeguata. Il Comune di Genova, in questo momento, è sotto pressione perché si parla di milioni e milioni di euro per le somme urgenze di cui ci stiamo facendo carico. Il che include anche i costi per tenere agibili alcune strade, per esempio, oppure le spese per far alloggiare gli sfollati in alloggi pubblici o in alberghi, anche quelle persone lontane dalle zone critiche della città. Poi bisogna includere anche le grandi opere di ingegneria idraulica, il rifacimento della copertura del Bisagno va assolutamente fatto e devono essere finanziati dal Governo e dal Parlamento, senza balletti. Per quanto riguarda il Fereggiano, il Comune farà il proprio per lo scolmatore di questo torrente: non risolverà tutti i problemi della città ma darà un contributo assolutamente importante di cui non possiamo fare a meno".

Il sindaco poi è intervenuto con una nota sull'esito dello stress test della Bce per Banca Carige. "Le decisioni che verranno assunte degli amministratori di Banca Carige per ottemperare alle prescrizioni normative dell’Autorità bancaria europea e recuperare il deficit di patrimonializzazione evidenziato dagli “stress test” appena conclusi non possono prescindere da un’adeguata considerazione degli interessi degli azionisti di Banca Carige, e innanzi tutto dei piccoli risparmiatori che nel capitale della Banca hanno investito il loro patrimonio pochi mesi or sono, certi che tale decisione (e, sovente, sacrificio) avrebbe consentito alla Banca di mantenere l'autonomia, l'autorevolezza e la presenza territoriale che l’hanno sempre caratterizzata sino ad oggi".

Il primo cittadino genovese auspica quindi che "tali decisioni siano assunte con la giusta ed equa ponderazione di tutti gli interessi in gioco, non solo di quelli prettamente bancari". E sul ruolo di Fondazione Carige, principale azionista della banca genovese, Doria spera che "voglia esercitare le prerogative connaturate al possesso di una partecipazione rilevante nel capitale della Banca al fine di tutelare, in un’ottica di equo contemperamento, gli interessi sia di Banca Carige, che dei soci, e soprattutto dei piccoli azionisti".