Condanna a 5 anni in primo grado a Marta Vincenzi, ex sindaco di Genova a processo per l'alluvione del 2011. È la sentenza pronunciata dal giudice Adriana Petri della prima sezione penale del Tribunale di Genova. Il pm Luca Scorza Azzarà aveva chiesto sei anni e un mese.
La decisione è stata presa dopo sette ore di Camera di Consiglio. La Vincenzi era accusata di omicidio plurimo, disastro colposo plurimo, falso e calunnia. Per quest'ultima accusa è stata assolta.
4 anni e 9 mesi per l'ex assessore Francesco Scidone, ritenuto responsabile come Marta Vincenzi di omicidio plurimo, disastro colposo e falso ideologico. Condannato a 4 anni e 5 mesi Gianfranco Delponte, un anno e 4 mesi per Pierpaolo Cha, un anno per Sandro Gambelli, tutti ex dirigenti del Comune. Assolto l'ex coordinatore della protezione civile Roberto Gabutti, accusato solo di falso e calunnia.
"Non è finita, per fortuna in questo Paese ci sono tre gradi di giudizio. Faremo battaglia fino alla fine. L'accusa più infamante è quella di falso ideologico. Il giudice non si è convinto, spero che gli altri si siano convinti. Io mi considero innocente", il primo commento di Marta Vincenzi.
"Questa sentenza ha dimostrato quello che avevamo sostenuto. Vogliamo giustizia, non vendetta. Non hanno mai avuto un benché minimo segno di pentimento", ha detto Marco Costa, padre di Serena Costa, una delle sei vittime.
"È stato un giudice giusto e ho visto che sono cambiate molte cose in città da allora e che c'è molta più attenzione": lo ha detto Flamur Djala, papà delle due bimbe morte nell'alluvione di Genova del 2011, appena dopo la lettura della sentenza di condanna di tutti gli imputati tranne uno.
In generale, i familiari delle vittime hanno accolto con grande compostezza la lettura del dispositivo ed hanno abbracciato Matteo Giovannetti, sostituto commissario del nucleo polizia giudiziaria del tribunale che ha condotto le indagini della procura, per ringraziarlo per il lavoro fatto.
Vincenzi, Scidone, Delponte, Cha e Gambelli sono accusati di omicidio colposo plurimo, disastro colposo, falso per il verbale taroccato con il falso orario dell'esondazione del rio Fereggiano e il monitoraggio dato per fatto quando invece il volontario si trovava in un altro luogo.
Il giudice ha ordinato la trasmissione degli atti per indagare i testimoni per i quali il pm aveva ritenuto che avessero reso una falsa testimonianza durante il processo. Il giudice ha anche ordinato la trasmissione degli atti per l'ex capo della polizia municipale Roberto Mangiardi per indagarlo con l'accusa di cooperazione colposa in disastro e omicidio colposo.
Marta Vincenzi è arrivata in tribunale da sola, intorno alle 15.30. A difenderla l'avvocato Stefano Savi. In aula ad assistere c'erano anche i parenti delle sei vittime: Serena Costa, Shpresa, Janissa e Gioia Djala, Angela Chiaramonte ed Evelina Pietranera. Aula gremita.
I RISARCIMENTI - Il giudice Adriana Petri ha condannato il Comune di Genova al pagamento di provvisionali immediatamente esecutive altissime per i familiari delle vittime dell'alluvione del 4 novembre 2011. La cifra più alta è stata stabilita per la famiglia Djala, che perse Shpresa, 23 anni, e le sue figlie Gioia e Janissa 8 e un anno, per un totale di circa un milione e mezzo di euro. Per la famiglia di Serena Costa circa 900 mila euro. Risarcimenti anche per i parenti non in linea diretta delle vittime, che sono comunque stati riconosciuti danneggiati dalla morte delle vittime.
cronaca
Alluvione 2011, Marta Vincenzi condannata a 5 anni in primo grado
Omicidio, disastro e falso idelogico. 4 anni e 9 mesi a Scidone
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