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In Italia l'economia criminale vale 170 miliardi di euro all'anno. Lo indica l'ufficio studi della Cgia di Mestre secondo il quale Lombardia, Lazio, Campania, Veneto e Emilia Romagna sono le regioni più "colpite". La conferma dell' escalation emerge anche dal numero di segnalazioni pervenute in questi ultimi anni all'Unità di informazione finanziaria (Uif) della Banca d'Italia. Si tratta delle operazioni sospette "denunciate" alla Uif da parte di intermediari finanziarI. Tra il 2009 ed il 2013 sono aumentate di quasi il 212%.

“La stima del valore economico prodotto dalle attività criminali – dichiara Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA - è il frutto di una nostra elaborazione realizzata su dati della Banca d’Italia. Va ricordato, in base alle definizioni stabilite dall’Ocse, che i dati prodotti dall’Istituto di via Nazionale non includono i reati violenti come furti, rapine, usura ed estorsioni, ma solo le transazioni illecite concordate tra il venditore e l’acquirente, come ad esempio contrabbando, traffico di armi, smaltimento illegale di rifiuti, gioco d’azzardo, ricettazione, prostituzione e traffico di stupefacenti. Detto ciò, queste attività criminali fatturano 170 miliardi all’anno, l’equivalente del Pil di una regione come il Lazio”.