cronaca

Compagnia verso l'amministrazione straordinaria
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I lavoratori di Alitalia, chiamati a votare col referendum, hanno detto no al preaccordo per il salvataggio, aprendo la strada alla gestione della compagnia in amministrazione straordinaria. Una vittoria netta ottenuta con il 67% dei voti: 6.816 contro 3.206 sì su scala nazionale, grazie soprattutto all’opposizione del personale navigante. Impossibile ricapitalizzare, ha già detto il cda. Ora per l’azienda si aprono diversi scenari: la vendita a privati, la liquidazione oppure – ipotesi già esclusa dal Governo – la nazionalizzazione. Il 27 si riunirà l'assemblea dei soci.

Le percentuali del referendum sono state rispettate anche a Genova
dove, su 4 dipendenti, sono stati 3 i voti contrari. Cifre basse perché gran parte del personale ha come basi Milano e Roma, mentre in termini di servizio un eventuale taglio delle rotte sul ‘Cristoforo Colombo’ avrebbe conseguenze pesanti. Il collegamento con Roma, è assicurato solo da Alitalia in monopolio. “Noi continuiamo a chiedere la nazionalizzazione, ma il Governo non è di questo avviso. Aspettiamo la decisione del cda”, spiega Roberto Gulli, segretario generale Uil Trasporti Liguria.

"Al momento Alitalia garantisce sei voli al giorno dal lunedì al venerd
ì con una lieve riduzione nel fine settimana. Bisogna capire se la situazione rimarrà questa o ci sarà un cambiamento totale - spiega Paolo Sirigu, direttore generale dell'Aeroporto di Genova - noi da tempo stiamo lavorando a un piano B insieme ad altri vettori, con soluzioni tampone e piani strutturati". Alitalia, secondo i dati forniti dal 'Colombo', rappresenta circa il 30% del traffico totale.

Rispetto alla crisi del 2008, però, lo scalo genovese non si farà cogliere impreparato:
"Si sta ripresentando quello spettro. Oggi un eventuale fallimento della compagnia sarebbe più traumatico in termini di servizio. All'epoca l'utenza non aveva subito grossi disagi, ma i problemi erano soprattutto per le società di gestione come la nostra. Abbiamo patito il mancato pagamento di 3,2 milioni di euro. Oggi non abbiamo quella situazione perché ci siamo preparati da tempo. Non dico che non ci sarà un impatto, qualche sacrificio forse andrà fatto".

Scongiurati gli scossoni finanziari per l'aeroporto, resta da capire come tappare possibili falle nel servizio. "In realtà quasi tutte le tratte vengono gestite in maniera monopolistica - dice Sirigu - perché in genere due vettori insieme non reggono. Un vuoto di servizio sul collegamento Genova-Roma ci preoccupa perché solo la metà di quell'utenza si ferma nella capitale, mentre gli altri proseguono verso altre destinazioni internazionali. In ogni caso rappresenta una quota importante, sia in termini economici sia di passeggeri".

Il Cda di Alitalia "data l'impossibilità di procedere alla ricapitalizzazione" ha "deciso di avviare le procedure previste dalla legge e ha convocato un'assemblea dei soci per il 27 aprile al fine di deliberare sulle stesse".

Il Governo esprime “rammarico e sconcerto” per uno stop che “mette a rischio il piano di ricapitalizzazione”. A questo punto, prosegue la nota di Palazzo Chigi, l’obiettivo “sarà quello di ridurre al minimo i costi per i cittadini italiani e per i viaggiatori”. Per i sindacati “la rabbia ha prevalso sulla razionalità”: una rabbia, osserva la Cisl, “motivata dal comportamento del management che ha irresponsabilmente portato l'azienda alle attuali condizioni ed esasperato i lavoratori”.

COSA SUCCEDE ADESSO – Probabile l'uscita dei soci per consegnare di fatto 'le chiavi' dell'azienda al governo. Formalizzata la richiesta, il ministero dello Sviluppo Economico procederebbe con la nomina di uno o più commissari (fino a 3). Senza acquirenti o nuovi finanziatori, al commissario non resterebbe infine che chiedere il fallimento della compagnia, con la conseguente dichiarazione di insolvenza da parte del Tribunale. Il curatore fallimentare inizierebbe la procedura liquidatoria, con 2 anni di cassa integrazione, Naspi e quindi disoccupazione per i lavoratori, contestualmente la cessione 'spezzatino' degli asset della compagnia.