Cronaca

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La droga, l'assenza di sonno, ma anche la frustrazione di Gian Antonio Rasero per un mancato rapporto sessuale con Katerina Mathas. E poi il continuo pianto del piccolo Alessandro, che non mangiava da ore. E' in questo contesto, secondo la ricostruzione che emerge dagli interrogatori, che si è consumato il delitto del bimbo di 8 mesi, figlio di Katerina, avvenuto a inizio settimana nell'appartamento di Rasero in un residence di Genova Nervi. La coppia si sarebbe dimostrata insofferente al pianto e alle richieste del piccolo, al punto tale da seviziarlo in momenti diversi con violenza crescente, fino a sbattergli la nuca più volte contro una superficie dura per zittire il suo pianto. Un pianto probabilmente molto insistente dato che sembra che il piccolo non avesse mangiato fin da lunedì pomeriggio. Al bimbo, oltre allo sfondamento della parte posteriore del cranio, alle bruciature da sigaretta alle orecchie e alla cresta iliaca sinistra, alle ecchimosi sul collo per i pizzicotti ricevuti, sono stati trovati anche lividi sull'addome e su una coscia compatibili con lesioni da afferramento, e poi ancora ecchimosi su un piede dovute ad uno o più morsi. La testa del piccino è stata sbattuta almeno due volte, con grande violenza. L'agonia del piccolo Alessandro, che probabilmente ha perso immediatamente coscienza, sarebbe durata non più di una trentina di minuti.

IL GIP HA CONVALIDATO GLI ARRESTI DI MATHAS E RASERO

Restano in carcere Katerina Mathas, 26 anni, e il suo compagno Giovanni Antonio Rasero, di 29 anni, accusati dell'omicidio del piccolo Alessandro, il figlio di 8 mesi della donna. Il gip di Genova Vincenzo Papillo ha infatti convalidato l'arresto di entrambi, dopo l'interrogatorio di garanzia di ieri pomeriggio. I due sono accusati di omicidio volontario, in concorso tra loro. Il gip ha accolto la richiesta di ordinanza di custodia cautelare in carcere del pm Marco Airoldi per il pericolo di reiterazione di atti di violenza. Data la gravità straordinaria del reato del quale sono accusati e la personalità della donna e di Rasero, privi della capacità di controllo dei propri impulsi aggressivi, sussiste infatti il pericolo di altri reati dello stesso genere. Il piccolo Alessandro è morto nel residence di Genova Nervi dove viveva Rasero, insieme a Katerina. Ancora da accertare chi dei due lo abbia materialmente ucciso: entrambi si rinfacciano la responsabilità.