cronaca

Lettera aperta di uno dei 103 dipendenti a rischio
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"La verità è lontana, la realtà un po’ meno. Le decisioni sbagliate sono tutte in una confezione di pasta che soddisfa sempre meno il cliente. La sola certificazione che veramente vale". Con queste parole Davide Fasciana, uno dei 103 dipendenti Agnesi in attesa di ricollocamento in vista della chiusura dello storico stabilimento imperiese il prossimo 31 dicembre, commenta in una lettera aperta la situazione che si sta vivendo in Via Schiva.

Parole che racchiudono rabbia e amarezza per quello che è stato - un pezzo di storia di Imperia e un emblema dell'eccellenze alimentari del Ponente ligure - e che presto non sarà più. Il destino dello storico stabilimento imperiese è ormai segnato e l'unico tema di cui si sta discutendo in questo momento è il ricollocamento dei lavoratori.

Su questo fronte è previsto domani un nuovo vertice tra azienda e sindacati per approfondire nel dettaglio il piano presentato nei giorni scorsi a Bologna dal Gruppo Colussi. Nella migliore delle ipotesi sarebbero 'salvi' 90 lavoratori, anche se le condizioni per cui ciò si verifichi non sono semplicissime. Ci sono infatti da sciogliere molti nodi legati ai trasferimenti, che tra la contrarietà dei dipendenti più anziani e il vincolo delle qualifiche non saranno così facili da attuare. E allora il numero di 'ricollocati' potrebbe essere decisamente più basso.

"La grancassa suona ma tra non molto il rimbombo si farà silenzio ed allora se diciamo ancora qualcosa - conclude Davide Fasciana - è perché oggi costruiamo un pezzo importante del nostro futuro". Insomma, con lo stabilimento imperiese ridotto al silenzio, non resta che la voce dei lavoratori che lottano per il loro destino.