porti e logistica

I due governatori hanno firmato un protocollo a Napoli
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Il presidente ligure Giovanni Toti e quello campano Vincenzo De Luca hanno fermato il protocollo "L'economia del mare", un'intesa sui temi della ricerca e dell'innovazione nell'ambito dell'economia del mare. La cerimonia a Palazzo Santa Lucia, a Napoli, con vari assessori delle rispettive giunte. 

La firma rappresenta "un atto dal grande valore simbolico in un'Italia che sta vivendo nel suo dibattito pubblico un forte imbarbarimento, tensione e aggressività, inaccettabili per un Paese civile". Così il presidente De Luca, membro del Pd.

"Questo è un Paese che non può vivere sempre in campagna elettorale, quando si ricoprono incarichi istituzionali si pensa ai problemi. Quello di oggi - ha detto Toti - è un momento edificante di confronto tra persone che si sono candidate su parti opposte ma dopo aver occupato il posto diventano persone che difendono i diritti di tutti dal lavoro, alla sicurezza. Ricordo a tutti che prima ancora di una costituente, il Paese ha bisogno di una cura ricostituente, pensando ai tanti che non hanno un lavoro".

Tanti i punti in comune sottolineati dal governatore campano: "Con Toti abbiamo una sintonia legata alla propensione alla concretezza dell'attività amministrativa, a ragionare su elementi di competitività dei nostri territori e dei nostri sistemi economici. Siamo impegnati sulle questioni di merito e di sostanza che riguardano il futuro delle nostre comunità. I nostri sono territori diversi ma con caratteristiche omogenee: la Liguria ospita il più grande sistema portuale del nostro Paese, e anche qui ci sono grandi porti a Napoli, Salerno, Torre, abbiamo problemi ambientali e territoriali analoghi, anche la Liguria è proiettata sul mare schiacciata dalle montagne, è un territorio difficile da governare dal punto di vista idrogeologico. E poi abbiamo entrambi subito una deindustrializzazione pesante, ma abbiamo punti di eccellenza nel campo delle università e nei centri di ricerca".

Tra i punti di contatto che De Luca ha evidenziato anche "la sicurezza delle famiglie che per noi un bene primario al di là degli ideologismi e su cui registriamo qualche elemento di novità da parte del governo su alcune iniziative messe in campo dal ministro degli Interni".

Campania e Liguria sono sperò su posizioni diverse sul riparto del fondo nazionale della sanità, visto che De Luca insiste su un maggiore peso della deprivazione sociale nel riparto dei fondi per la sanità, mentre la Liguria è tradizionalmente orientata a difendere il criterio anagrafico, anche perché è la regione con l'età media tra le più alte d'Italia.

"La verità - ha detto Toti - è che occorrerebbero più soldi sul fondo sanitario nazionale e occorrerebbe razionalizzare molto la nostra spesa in termini di efficacia. Su questo stiamo lavorando da due anni. Comunque da due anni il riparto del fondo sanitario si chiude nei tempi previsti e ritengo ci sia stato un buon lavoro".

De Luca, pur apprezzando il riferimento di Toti alla deprivazione sociale, ha ricordato: "La Campania è la Regione che riceve la quota minore di trasferimenti pro capite tra tutte le regioni d'Italia, perché nel corso di questi 10 anni uno degli elementi che andavano valutati nel riparto del fondo sanitario nazionale, cioè la deprivazione sociale è stato praticamente ignorato quindi si è valutato semplicemente il criterio dell'età anagrafica. Liguria e Campania rappresentano i due poli opposti visto che la Liguria ha una percentuale di popolazione anziana più elevata e quindi ha necessità di avere una quota in più rispetto alla media nazionale nel riparto, noi invece abbiamo il livello di reddito più basso insieme con la Calabria: abbiamo un reddito pro capite di 16000 euro annui, rispetto ai 32.000 di un cittadino a Milano. La condizione di difficoltà sociale e deprivazione sociale ha una ricaduta diretta sulla qualità dell'assistenza e sul fatto che i cittadini non si curano più, perché non ce la fanno, non hanno i soldi neanche per i ticket. E parlo del 15% della popolazione. Dobbiamo trovare un punto di equilibrio corretto, io ritengo che bisogna partire dallo stesso riparto per ogni cittadino italiano e poi affrontare i problemi specifici e le esigenze che hanno diverse regioni come appunto la Liguria e la Campania".