politica

Il commento
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 Sono tornato a Palazzo Tursi dopo molti anni, inviato di Spritz per aiutare Mario Paternostro a far mandare meglio giù questa politica genovese, così ingessata, così scarsa delle bollicine che esaltano il nostro aperitivo serale. E ho contemplato la Sala Rossa con tutti i consiglieri seduti nei loro scranni, il sindaco autorevole e silenzioso nella sua sedia, a fianco del presidente. Ho seguito per un po' i lavori di quella seduta, per altro di assoluta routine, un po' di interrogazioni urgenti, di risposte veloci, di voti praticamente all'unanimità su temi condivisi, il traffico della Valbisagno, il degrado di corso Gastaldi e via andare.....



Che impressione fa questo rivoluzionato consiglio comunale, praticamente “capovolto” dopo il voto di giugno, con il centro destrra inchiavardato a solida maggioranza, i Pd che erano dodici, ridotti a sei, la lista Crivello messa lì di fianco, i grillini schierati in fondo, come se fossimo sui banchi di scuola: attenti a quegli indisciplinati che stanno all'ultimo banco. Anche loro remissivi, come se la sberla di non essere neppure andati al ballottaggio li abbia come un po' addormentati.


Non voglio correre troppo, ma solo esprimere un'impressione che vale per ora e basta. Là dentro non c'è ancora scatto politico, non c'è quel quid che forse ai consigli comunali oggi offrono solo le invasioni esterne, le emergenze occupazionali, gli strappi sociali, quando trasbordano sulle balconate della Sala Rossa, come è avvenuto spesso nella passata amministrazione di Doria.
Certo: siamo ancora in luna di miele e tutti versano miele nel favo di Bucci e della sua giunta. Crivello si alza a ricordare quasi sommessamente che va bene, i grandi progetti, come quello delle tre linee di metropolitana, della “pi greca” disegnata nelle futura rete dei trasporti, ma i progetti vanno supportati dagli investinmenti. E questi dove sono? Fa come un inchino e si siede.
Pirondini interviene su una interrogazione del sempiterno forzista Guido Grillo e parla dieci secondi con una lapidaria mozione d'ordine, che lascia la sala che trova.


Insomma il quid non c'è. Ma più in generale la situazione politica non vibra, la temperatura di Tursi “capovolto” è sotto i 35 gradi, altro che febbre. Come una melassa sembra coprire tutto e uniformare: il centro destra energico di Bucci e dei suoi che progetta, programma, traguarda, lancia le sue “visioni”, raccoglie come i 126 mila visitatori dei Rolli, tira gli urlacci del sindaco, svegliando le segretarie alle 7,30 di mattina e viaggia in mezzo a un consenso per ora generale. L'opposizione che guata con il Pd troppo concentrato a guardarsi l'ombelico in attesa di tutto e - temiamo - sopratutto di scegliere i prossimi candidati alla Camera e al Senato, il resto della Sinistra frammentato, i grillini avvoltolati nella triripartizione delle loro truppe, Pirondini nell'ultimo banco, Paolo Putti, ex solitario nella fila davanti, ultimo posto a sinistra, la prof Cassimatis che bussa fuori dall'aula e chiede chissà che con un nuovo mivimento.


Cosa può scuotere l'ambiente, far scattare la politica comunale genovese nel suo ganglo istituzionale di Tursi capovolto? Forse che dalle parole si passi ai fatti. Hanno ripulito i caruggi e qualche strada i “nuovi”, spostato il mercatino in Val polcevera ( ma uno nuovo by night è riapparso Sottoripa), brillato con il mini Salone Nautico e gli altri Eventi. Spareranno fuochi artificiali per West Side Story. Ma per incominciare a rullare davvero ci vuole qualche atto spettaccolare. Gettiamo lì: tirare giù il palazzo Nira, alla faccia dell'amianto che c'è dentro, aggredire l'Hennebique, inaugurare un nuovo cantiere della Metropolitana, prendere decisioni secche sugli immigrati. Allora vedrete che anche la Sala Rossa si accende. E noi mandiamo giù meglio lo Spritz e la politica.