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Tensione in Sala Dante per l'assemblea dei lavoratori Acam che rifiutano la conciliazione che i rappresentanti sindacali avevano concordato con l’azienda in prefettura.

Contestato il segretario della Cgil Lorenzo Cimino. Alla fine i dipendenti della multiutility che gestisce acqua, gas e rifiuti nello spezzino confermano la linea dello sciopero e della protesta per dire no alla vendita del ramo-gas individuata come ultima soluzione per salvare acam.

"Non ci sono altre soluzioni. La decisione è arrivata dall'assemblea come prevedono le regole sindacali - afferma Alan Tonelli della Rsu Uil - la proposta arrivata dalla prefettura ci sembrava un ricatto sotto la minaccia delle banche".

Acam conta ad oggi oltre 500 milioni di debiti. Un migliaio di dipendenti, 160 dei quali sono già stati considerati in esubero. Era stata accolta la richiesta di ristrutturazione del debito, attraverso la norma sulla procedura fallimentare. Il prefetto però aveva messo in guardia i sindacati: con lo sciopero e lo scontro frontale tutto potrebbe essere rimesso in discussione.

Ma i lavoratori hanno rifiutato la pace e il referendum. L’assemblea ha deciso così. Ai leader provinciali dei sindacati e in particolare al segretario della cgil Cimino resta anche la beffa della contestazione: "Adesso rischiamo, siamo costretti a rompere il tavolo delle trattative e non possiamo neppure più dialogare sugli esuberi".